Le rivelazioni sui versamenti del Barcellona tra il 2016 e il 2018 alla Società Dasnil 95, di cui l’ex vice presidente degli arbitri José María Enríquez Negreira è socio unico sono state smorzate dal presidente della Legacalcio iberica Javier Tebas: “Non è possibile che arrivino sanzioni disciplinari, perché sono passati cinque anni. Questa tipologia di sanzioni sono prescritte dopo tre anni dalla data in cui si sono prodotti i fatti“. Le parole del numero uno spagnolo fanno riferimento all’ultimo aggiornamento della Legge dello Sport, pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Stato lo scorso 31 dicembre: nell’articolo 112 viene specificato che “le infrazioni molto gravi vengono prescritte dopo tre anni” ed è il precedente articolo 104 a inserire nella fattispecie di “molto gravi” le “azioni dirette a predeterminare, attraverso denaro, intimidazione o semplici accordi il risultato di una competizione“, ovvero l’avvenuta corruzione, come sospettano gli inquirenti. Tebas ha poi specificato che potrebbe esserci, invece, “un processo penale se dovessero emergere prove che confermassero un delitto di corruzione tra privati“. Nessuna condanna sportiva, alla resa dei conti, anche se il danno all’immagine risulta evidente. La stampa madrilena grida allo scandalo, con il “Barçagate arbitrale” di As. Nessun commento dei giornali catalani, che preferiscono concentrarsi sul campo e la sfida europea contro lo United. Radio e tv barcellonesi, comunque, non hanno nascosto un certo disappunto per la mancata smentita da parte del presidente Laporta, che ha minimizzato i fatti e l’ha buttata sul populismo, sottolineando la sospetta tempistica dell’esplosione dello scandalo, che corrisponde con l’ottimo momento, a livello di risultati, da parte di un Barça che, a suo modo di vedere, si vorrebbe destabilizzare.
Fonte: Corriere dello Sport