Report Aic: calciatori sotto tiro sui social e dai propri tifosi

Il report dell'Aic svela dei dati che continuano a essere preoccupanti

Il report dell’Aic presentato nel corso dell’ottava edizione dell’iniziativa Calciatori sotto tiro ha mostrato dei dati preoccupanti: il 68% degli atti violenti ha colpito giocatori di Serie A, il 2% giocatori dei campionati giovanili; per l’83% sono stati rivolti al singolo calciatore: le motivazioni sono soprattutto le prestazioni (44%) e il razzismo (43%); sono avvenuti dentro lo stadio per il 60% e per il 36% sono arrivati dai propri tifosi. Numeri che hanno portato il presidente della Figc Gravina a mostrare tutto il suo disappunto: “Questi numeri evidenziano la necessità da parte delle istituzioni, noi per primi, di costruire uno schermo contro le aggressioni. Al di là dei casi di violenza fisica, c’è una sorta di tribunale pubblico sui social che richiede un intervento drastico. Servono sanzioni più pesanti, non solo da parte nostra ma anche da parte dei giudici. Chi viene individuato dagli organi di polizia per atti di violenza non può cavarsela con un fermo di un’ora o di un giorno e poi con un Daspo. Per noi il Daspo non è più sufficiente. Servono sanzioni più forti e che puniscano veramente questi delinquenti“. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro dello Sport Abodi, che sottolinea l’importanza anche delle scuole, oggetto di una serie di iniziative dell’Aic, e soprattutto le società: “È difficile comprendere, perché certi striscioni entrino negli stadi. Anche le società devono iniziare a recidere la relazione equivoca con la tifoseria. Servono scelte di coerenza. L’esempio peggiore parte proprio dal calcio professionistico, si è influencer anche in campo e lo sono pure certi dirigenti che si sentono padroni“.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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