Che ricordi ha della finale di coppa Uefa del 1989? «Di Stoccarda ho ancora tutto in testa, a partire da quella fesseria che valse l’autorete, ma poi per fortuna vincemmo la coppa e quello è rimasto solo un brutto ricordo».
Adesso il Napoli è atteso a Francoforte per la gara di andata degli ottavi di Champions. «Beh, giocare in Germania è sempre tosta, ma i miei sono ancora ricordi bellissimi. Stavamo andando forte anche in campionato».
Che Napoli era il suo? «Un Napoli fortissimo. In quei sei anni avremmo potuto vincere anche molto di più».
Ad esempio? «Anzitutto, direi lo scudetto perso contro il Milan. Ma forse avremmo potuto fare anche di più in coppa dei Campioni».
E questo Napoli come le sembra? «Una squadra formidabile ed è un piacere vedere che anche loro stanno riuscendo a centrare una grande impresa».
E allora? «Per me Spalletti è il Maradona».
Perché? «Ha capito come prendere l’ambiente ed è lui il vero fuoriclasse della squadra. Ha capito la gente».
Chi altro le piace? «Questo Napoli è pieno di grandi giocatori. In particolare farei un plauso a Di Lorenzo che non è solo il capitano della squadra, ma è il vero leader dentro e fuori dal campo».
Sono passati 30 anni da quando giocava lei, ma la piaga dei cori razzisti persiste. A La Spezia è stata infangata anche la memoria di Maradona. «È stata una cosa veramente squallida, fatta da persone non intelligenti. Per invertire la rotta servirebbero delle punizioni più severe».
Ai suoi tempi come la viveva? «Quando sentivo quei cori mi caricavo dì più per dare soddisfazione alla mia gente. Eravamo in tanti del sud in quella squadra e questi cori ci davano ulteriori stimoli».
Tratto da Il Mattino