La differenza europea E qui c’è la grande differenza con quella Juve di Gigi Buffon e Andrea Pirlo, oltre che di Conte. Perché quella squadra vincente in Italia fu eliminata nel girone di Champions nel girone dal Real Madrid di Carlo Ancelotti e dal Galatasaray di Roberto Mancini. Il terzo posto qualificò la capolista ai sedicesimi di Europa League, manifestazione in cui i bianconeri avevano l’opportunità di giocare la finale in casa, visto che la Uefa l’aveva programmata a Torino. Ma dopo aver superato sedicesimi, ottavi e quarti, la Juve fu eliminata in semifinale dal Benfica. E in un certo senso l’obiettivo di superare per la prima volta il muro dei cento punti, concentrò la squadra su quell’obiettivo facendo passare in secondo piano il traguardo europeo. In questo Napoli non c’è il rischio che la Champions possa essere in qualsiasi forma sottovalutata. Certo lo scudetto è il primo traguardo, ma ci può stare che nell’alternanza dei suoi uomini in qualche gara di campionato Spalletti faccia riposare qualcuno dei suoi gioielli, per averlo al top in Europa. Del resto gli azzurri in 97 anni di storia non sono mai arrivati ai quarti di finali della Coppa Campioni/Champions. E, con rispetto parlando per l’Eintracht, l’occasione è ghiotta perché questo Napoli si sta esprimendo a livelli elevatissimi. Come dice Spalletti: «Non lasciamo niente. Raddoppiamo». E chissà che anche quei 100 punti non siano raggiunti. Fonte: Gazzetta