Si continua a parlare del “caso Santoriello”. Per quelle frasi pronunciate quattro anni fa dal pm, si fa strada l’ipotesi che possa astenersi da esercitare l’azione penale il prossimo 27 marzo davanti al gup Marco Picco nell’udienza preliminare che deciderà sul rinvio a giudizio della Juventus e dei 12 ex dirigenti bianconeri. Escluso qualsiasi tipo di provvedimento o di atto formale per Santoriello, ma la necessità di svelenire la disputa giudiziaria e di concentrare l’attenzione sul cuore dell’istruttoria, quelle 14 mila pagine di atti giudiziari. L’unico dubbio riguarda la possibilità che un’eventuale astensione possa essere vissuta come un segno di debolezza: la Procura della Repubblica di Torino continua ad avere infatti il massimo della fiducia nei confronti del pm, sulla bontà del suo lavoro e su una certezza: quelle frasi non hanno minimamente spostato la correttezza professionale del suo operato. Anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi è tornato sulla questione citando la parola, «inopportunità», riferita ad alcuni comportamenti, che fanno intuire il suo pensiero al di là del frasario naturalmente prudente. Un’eventuale assenza dall’udienza preliminare di Santoriello non comporterebbe comunque una diminutio nelle ragioni dell’accusa, garantite dagli altri due pm, l’aggiunto Marco Gianoglio e Mario Bendoni. Il club bianconero si trova di fronte a un dilemma strategico non di poco conto: cavalcare il caso e invocare la remissione del processo o dare un segnale di fiducia nei confronti della decisione del gup? Di sicuro i legali della Juventus, ma questo già prima del “caso Santoriello”, puntano a essere giudicati in altra sede.
Fonte Gazzetta