GIU’ LE MANI. E la prossima non sarà un’estate pazza, nonostante da lontano – nell’apparente deserto del mercato – si intravedano arabi o sceicchi o carichi di danaro in viaggio verso Napoli per arrivare a Osi e Kvara, la splendida coppia. «I nostri giocatori sono molto richiesti, sì. Ma non sono obbligato a vendere. Non abbiamo debiti. Se voglio produrre un buon spettacolo, mi piace avere i migliori interpreti. E io li ho. Nei 400 film che ho prodotto, ho avuto i migliori attori e registi del cinema italiano e mondiale. E nel calcio è stato lo stesso con Lavezzi, Cavani, Jorginho, Higuain, Hamsik o ora Osimhen o Kvaratskhelia».
INCEDIBILI. Il bilancio è sano e pazienza se in Germania il Bayern sogni Osimhen…«Non è in vendita!». Né lui, né il suo socio in affari: «Non credo che giocatori come Kvaratskhelia o Osimhen se ne andranno in estate».
CALCIO E FOSFORO. Ma bisogna cambiare intervenire, innovare e De Laurentiis cita De Laurentiis, che su certi argomenti si è espresso ripetutamente: «Il problema è che chi decide nel calcio appartiene alla vecchia generazione e non pensa ai giovani, che non vogliono più essere tenuti davanti alla TV per due ore. Sono troppo abituati a smanettare con grande velocità sui loro smartphone o sui tablet. Abbiamo bisogno di un nuovo ritmo di gioco per coinvolgerli. Sono favorevole all’abolizione dell’intervallo, meglio una pausa di 2 minuti ogni dieci minuti durante la quale gli allenatori possano intervenire. Tanti cambi di giocatori. Un cartellino giallo è una penalità di dieci minuti fuori dal campo, un cartellino rosso di trenta. Penso a piccole telecamere sulla testa, nelle scarpe o calzini. Il calcio ha 150 anni e dobbiamo sviluppare il gioco, come in molti altri sport. La Formula 1, ad esempio, ha fatto molte cose giuste negli ultimi anni e ha dato agli spettatori un grande spettacolo».
BUSINESS IS BUSINESS. Perché poi la svolta è nell’economia, nella finanza, nei soldi, che – lo dicevano anche le nonne – aiutano a vivere meglio…«Dobbiamo anche ripensare i diritti televisivi e non vendere più solo a due o tre grandi TV. Noi club dobbiamo essere in grado di vendere le partite direttamente ai nostri tifosi, attraverso molte piattaforme diverse, attraverso il satellite, attraverso il digitale terrestre, attraverso internet utilizzando Netflix, Paramount, Dazn, Sky, Apple, Discovery, Disney+, che sarebbero physical distributor delle nostre gare trattenendo il 5% del prezzo di vendita al pubblico. Ma fino ad allora dobbiamo lottare duramente con i politici e contro la pirateria, il vero cancro dello sport e di tutte le forme di intrattenimento».
Fonte: CdS