Quando il gruppo corre, c’è Francesco Sinatti, il preparatore, alla testa del plotone di azzurri. Un talento che già aveva impressionato nel triennio di Sarri per poi restare in disparte ai tempi di Ancelotti. Fino a quando nel 2021 De Laurentiis e Spalletti si sono ricordati di quel fenomeno che faceva volare il Napoli. Sinatti mette sempre al centro di ogni cosa il pallone: ma senza rinunciare anche al vecchio lavoro cosiddetto a secco. Ovvero la vecchia corsa per recuperare energie. Sul piano fisico si agisce sulle caratteristiche del singolo, su quello tecnico-tattico le sedute vengono organizzate in base ai ruoli in modo da contestualizzare l’allenamento su quanto poi il giocatore andrà a fare in partita. E una delle fissazioni di Sinatti è la bilancia: i giocatori puntualmente vengono pesati a digiuno ogni decina di giorni. È un fautore dell’allenamento metabolico, ovvero un training multifunzionale che alterna diverse fasi di lavoro, ad alta, media e bassa intensità, proprio per riprodurre quel tipo di impegno che richiede una partita di calcio.
Il Mattino