Osimhen ora lo chiameremo “VO9” il suo è un terzo tempo

Anche ieri a La Spezia partita da ricordare per il nigeriano e nuovi record battuti

Lo chiameremo VO9 e quello non è uno stacco di testa, è un terzo tempo o è un Alley-oop: ci sono due metri e cinquantotto centimetri di buoni motivi per starsene con il naso all’insù e tentare di capire cosa girasse in quella testa – sotto al casco biondo – nel momento in cui il pallone è schizzato tra le nuvole. E poi si potrà vanamente indagare per comprendere se sia stata la natura assai scugnizza o quel senso di spregiudicatezza oppure l’atletismo a spingere Victor Osimhen al di là delle mani di Dragowski, di quell’uscita a vuoto improvvisamente riempita d’un capolavoro che sfida le leggi della fisica.

Al fianco dei miti . E poi fosse solo quella, cioè l’ennesima prodezza che sta lì, come un’opera d’arte al MoMa, la stella che illumina d’immenso: quando Victor Osimhen è atterrato tra gli umani, e ha fatto la cosa più semplice che gli stava suggerendo Kvartskhelia, il suo vissuto s’è gonfiato meravigliosamente, l’ha sistemato sempre più solidamente sul trono già suo, l’ha affiancato ai miti del passato – a Vinicio, a Cavani, a Higuain – a chi prima di lui era stato capace di segnarne sedici in appena ventuno partite di campionato e fa niente se ne abbia dovuto saltare quattro, perché la dea con lui è bendata davvero. «Ma abbiamo conquistato altri tre punti e sono molto contento delle mie due reti, Affrontavamo un’avversaria solida e cattiva, siamo stati bravi. E per quanto mi riguarda, posso soltanto ringraziare i miei compagni e Spalletti per tutto quello che fanno per me. Mi permettono di migliorare giorno dopo giorno». E per ricambiare, Osimhen stavolta ha scelto altre strade, pure queste indirizzate verso lo scudetto. «Abbiamo buone chance, ma….»

Fonte: CdS

 

 

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