Se cento milioni praticamente sparsi sul tavolo – non c’erano però si vedevano – non sono bastati, quanti ne serviranno il giorno in cui qualcuno si azzarderà a bussare al cancello di Castel Volturno: how much? Quando il Newcastle si presentò, gennaio 2021, il Napoli alzò le spalle, ringraziò per la magnanimità e la chiuse lì, incurante di quell’offerta che pure avrebbe potuto farlo vacillare: non era in vendita allora e forse è inutile immaginare se mai verrà un momento in cui De Laurentiis sarà costretto a sedersi ad un tavolo e ad assecondare la facile profezia di Careca, dell’altro giorno. «Con Osimhen farà i soldi». Che siano i centoventi idealizzati dal mercato di recente, che siano i centocinquanta che questo mondo sognatore vagheggia, sembra persino un dettaglio: per ora, Osimhen è del Napoli e lotta assieme ai compagni, ondeggia tra lo scudetto e la Champions League che verrà e non conta né i gol, né il danaro che intorno a lui finirà per scorrere prepotentemente. Poi si vedrà.
IN GERMANIA. Intanto, senza gonfiare il petto, il nigeriano si appropria delle copertine di mezzo mondo, domina anche sulle pagine dei giornali, alimenta il rimpianto tedesco che s’avverte sulla Bild per il «flop» al Wolfsburg che «lo portò in Europa da ragazzo timido e immaturo. Klaus Allofs lo aveva scoperto nel 2015, fu descritto come un cattivo acquisto , mentre oggi è uno dei migliori attaccanti del mondo. È come Benzema, come Lewandowski ed Haaland: classe mondiale».
IN FRANCIA. Osimhen è un evento mediatico che ormai non ha frontiere, una celebrazione dietro l’altra, titoli di apertura su un fenomeno trasversale che ha già attraversato il Vecchio Continente, costretto adesso a mangiarsi le mani: in Francia, dove pure il Napoli ha depositato 49 milioni di euro, l’Equipe si è concesso all’apologia con quel «tripudio di energia tanto vitale quanto rischioso e la capacità di moltiplicare gli sforzi senza risparmiarsi e la voglia di rischiare ogni volta che sta in campo».
FOOTBALL AMERICANO. Ma dalla Bild all’Equipe e poi al New York Times in realtà è un attimo, uno sfoglio virtuale che attraversa gli Oceani, che atterra dove nessuno sospetterebbe, la patria del football americano che al calcio ha cominciato a guardare, però sempre con umanissimo distacco. Osimhen è finito sul New York Times, lui con Kvara, dopo il 5-1 alla Juventus, dentro un’analisi più ampia ma comunque incentrata sulla forza dell’attacco «più devastante d’Europa».
STRANIERO D’ORO. Osimhen è uno spot per il calcio, è argomento per i tabloid, è – per la stampa estera in Italia, l’atleta straniero del 2022 – è un personaggio che lascia indugiare sulla sua natura, sulle sue caratteristiche, sulla sua vita in gioventù travagliata, soprattutto sulla sua strepitosa evoluzione, che sta diventa un must: how much direbbero ovunque, nel linguaggio internazionale del gol.
Fonte: Cds