Gazzetta – La rivoluzione in estate di De Laurentiis ha creato il super Napoli

Da Koulibaly a Insigne: la paura di aver perso i big si è trasformata nell’entusiasmo per i nuovi totem

C’ era una volta, anzi c’erano una volta Ospina, Koulibaly, Mertens e Insigne. Adesso ci sono Meret, Kim, Simeone e Kvaratskhelia e proprio a La Spezia si consumerà una sorta di ideale passaggio di testimone visto che «l’ultimo tango» del vecchio quartetto andò in scena proprio allo stadio Picco nella passata stagione (Koulibaly e Mertens furono titolari, Insigne subentrò ed Ospina rimase in panchina).

     

 

Come stai, come stavi Dunque, dai senatori ai giovani virgulti qualcosa – o meglio più di qualcosa – è cambiato ed alla fine il calcio da buon dottore ti chiede come stai e non come stavi. Il Napoli gode di ottima salute, i quattro ex non possono dire altrettanto perché nessuno di loro sta facendo faville nelle rispettive squadre. Per intenderci, Ospina con l’Al Nassr stava anche facendo bene ma ora è arrivato l’ennesimo infortunio che ha costretto i sauditi a tornare sul mercato acquistando Agustin Rossi. Ogni scongiuro è permesso, ma Alex Meret invece proprio in questa stagione per la prima volta non ha saltato neanche una partita ed anzi di gara in gara si sta confermando sempre più decisivo. Insomma, chi nutriva dei dubbi sulla tenuta fisica e mentale di Meret – chiamato a prendere proprio il posto del “Patron” Ospina – è stato clamorosamente smentito dall’eccellente rendimento del numero uno friulano.

 

Sostanza Ancora più difficile era sostituire Koulibaly nel cuore dei tifosi e nel cuore della difesa, ma Kim sembra in questo momento addirittura più affidabile di quanto lo fosse il senegalese (per altro messo spesso in discussione al Chelsea con appena il 60% delle partite giocate da titolare in Premier). A sorprendere è stata l’a adattabilità del coreano al calcio italiano e la versatilità che gli ha permesso di far bene sia con Rrahmani che con Juan Jesus. Insomma, Kim è meno appariscente del suo predecessore ma forse più funzionale ai movimenti della retroguardia di Spalletti oltre ad avere lo stesso senso del gol di KK (il bilancio parla di due reti per Kim in A, due in Premier per Koulibaly).

 

Paragone Anche Mertens ed Insigne hanno sicuramente scritto – a modo loro – un pezzo di storia ma il capitolo che si apprestano a scrivere Simeone e Kvaratskhelia potrebbe restare indelebile ed è difficile immaginare che Mertens (che in 19 presenze ha realizzato appena 2 reti con il Galatasaray) potesse quest’anno essere “reattivo” alzandosi dalla panchina come lo è stato fin qui il Cholito (già otto centri in tutte le competizioni, cinque dei quali realizzati da subentrato). Ancor più “quotidiano” è a Napoli il paragone tra Kvara ed Insigne, che in realtà in MLS ha avuto un buon impatto (6 reti in 11 partite) anche se Toronto non ha centrato il traguardo dei play off. Ecco, l’obiettivo che invece si è posto il Napoli di Kvaratskhelia è ancora più ambizioso ed è quello che la squadra capitanata per anni da “Lorenzinho” purtroppo ha sempre e soltanto sfiorato. Vincere lo scudetto adesso si può ed il merito è anche, se non soprattutto, del talento georgiano, che ha fatto diventare Insigne un lontano ricordo “cristallizzato” proprio allo stadio Picco di La Spezia.

G. Monti: Gazzetta

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