Partita dopo partita il Napoli di Spalletti porta avanti un progetto vincente che anche se i napoletani non vogliono nominare per scaramanzia, si chiama Scudetto. E così che ieri sera anche contro la Roma di Mourinho gli azzurri l’hanno spuntata e hanno staccato l’Inter al secondo posto con tredici punti. Il gol decisivo, dopo il pari dei giallorossi però è stato di Giovanni Simeone, l’argentino che ha scelto Napoli, baciando la maglia ad ogni occasione e facendosi trovare sempre pronto alla chiamata di Spalletti. Non solo, il Cholito è stato decisivo sia in campionato che in Champions, come scrive oggi La Gazzetta dello Sport. “Un lampo, in una notte gelida, a riscaldare i cuori di 60 mila tifosi e di un popolo sparso per tutto il mondo, che aspetta ormai solo il giorno della festa. Perché in fondo anche nella capitale della scaramanzia si comincia a nominarla quella cosa lì che un tempo faceva paura e che invece ora appare sempre più nitida all’orizzonte. Ma se il Napoli di Spalletti è da scudetto, la stagione azzurra ha mille facce e mille protagonisti. Ieri, nel tempio di Diego, è successo qualcosa di mistico, molto più forte di un semplice segno. È successo che sull’1-1, Spalletti rinunciasse al capocannoniere Osimhen — già in rete con un colpo da fuoriclasse — per gettare nella mischia Giovanni Simeone, professione centravanti, cresciuto nel mito di Maradona che vive ancora nei ricordi e nelle parole di papà Diego, grande amico del Pibe. Simeone ha sfruttato la mezza occasione per girarsi in area e calciare di sinistro all’incrocio dei pali, proprio quando il pareggio sembrava cosa fatta. A peso d’oro Ora gli applausi e la gloria sono tutti per Gio e per la sua voglia di Napoli. Ha aspettato quasi tutta l’estate il club di De Laurentiis, perché solo Napoli poteva dargli le emozioni che sta vivendo oggi. E la rete di ieri è un premio a coraggio e professionalità: difficile vedere altri giocatori tifare come il Cholito fa per i compagni, pur sapendo che se il risultato è al sicuro il suo momento potrebbe non arrivare. Ma conta il gruppo, conta lo scopo. Conta la passione di una città che è come casa, perché Napoli è Argentina, anche se lontana oltre diecimila chilometri. Simeone ha esultato quasi in lacrime, perché sa che questo mattone pesa infinitamente nella corsa al titolo e avvicina Napoli al sogno. Ma non è stato il primo acuto fondamentale della stagione: in campionato, Gio è arrivato a quota tre gol che tradotto in punti fa 9. Suo il colpo di testa vincente a San Siro, in casa del Milan. E suo anche lo stacco che aveva piegato la resistenza della Cremonese a inizio ottobre, prima della goleada. Simeone fa solo gol pesanti, quello alla Roma profuma di scudetto. Gio c’è l’ha fatta, come nella notte del debutto in Champions col Liverpool: stessa sostituzione, stessa porta, stessa esultanza, stessa sensazione di sentirsi immortali e vincenti. Nel segno di Dios e della magia di Napoli”.