L’uomo di Certaldo si tortura nei dubbi, vuole il “bello” perché il bello lo riscatta. Josè si fa scivolare tutto addosso. Non ha bisogno del bello. Gli basta vincere. Lucio soffre José, lo stima e un po’ lo invidia. Forse vorrebbe comunicare come sa fare il portoghese, insomma, lo ama e non lo sopporta allo stesso tempo.Cosa che non accade con altri. Non stima Max Allegri e considera probabilmente Antonio Conte un allenatore più fortunato che abile. Spalletti usa una lingua immaginifica. Si definisce “un pianista di bosco”, uno che sa adattarsi a tutte le circostanze, che cucina con quel che trova in frigorifero. Mourinho ha sempre lavorato con materie prime da gourmet, ha vinto tutto e quando non accade cede prima o poi al nervosismo. Spalletti l’hanno sempre chiamato per raddrizzare piazze depresse, rilanciare, ripartire. Piacciono anche a lui i grandi giocatori. Voleva Dybala al Napoli, ma costava troppo e si è “accontentato” di Kvaratskhelia, avendo una vaga idea di chi fosse. Vuole fortissimamente battere Mourinho domani. Sa di meritare come nessuno al mondo questo trionfo, per questo ha il terrore di mancarlo.
Fonte: Gazzetta