Nel mercato invernale il Napoli è rimasto a guardare: ecco perché

A novembre, c’era chi avrebbe scommesso su una caduta del Napoli a gennaio. Senza, peraltro, avere un motivo valido. Il leitmotiv era sempre lo stesso: “Alla ripresa sarà un altro campionato”. Una previsione senza un filo di logica, considerando anche come si era chiusa la parte di stagione antecedente il Mondiale in Qatar.

Comunque, nulla di tutto questo è successo. Il Napoli è campione d’inverno ed è favoritissimo secondo i siti di gioco (leggi quì). Pertanto, come previsto, nel mercato di gennaio non ha fatto grossi movimenti, salvo gli arrivi di Bartosz Bereszyński, terzino destro ex Sampdoria, acquistato per far rifiatare il capitano Giovanni Di Lorenzo, e di Pierluigi Gollini, per sistemare il nodo Sirigu che si aspettava, probabilmente, di giocare un po’ di più.

Una rosa impossibile da migliorare nei titolari (almeno a gennaio)

Questa rosa, almeno nei titolari, è difficile da migliorare a gennaio. Se non impossibile. Certo, si possono prendere i campionissimi ma si sarebbe speso una cifra folle quando, magari, a giugno l’esborso sarebbe stato inferiore.

Prendiamo ad esempio Lobotka, per non citare Victor James Osimhen o Khvicha Kvaratskhelia. Esiste, oggi, un centrocampista migliore dello slovacco da poter prendere a un prezzo ottimale nel mercato di gennaio? La risposta è negativa. Senza se e senza ma.

Un potenziale titolare avrebbe rotto l’equilibrio

E se il Napoli avesse ceduto a qualche tentazione e preso un top player (magari sempre a centrocampo)? Ciò avrebbe significato che uno degli 3 titolari in mediana – Zielinski, Anguissa e Lobotka – si sarebbe accomodato in panchina. Magari la rosa sarebbe stata anche migliorata, ma con il rischio di rompere l’equilibrio che Spalletti ha faticosamente raggiunto in campo.

Un equilibrio che ha portato il Napoli a essere campione d’inverno a +12 sul Milan e ottenendo ben 11 punti in più rispetto alla scorsa stagione, quando gli azzurri chiusero il girone di andata a quota 39 punti: terzi, a -7 dall’Inter, all’epoca capolista.

Nessuna distrazione

L’ordine di De Laurentiis e Spalletti è stato chiaro fin dal principio: il sogno è troppo bello da realizzare e non è mai stato così vicino. Nessuna distrazione da parte dei calciatori che non devono sentire le sirene del mercato.

Chi vuole rimanere deve essere felice di farlo, chi vuole andare via può farlo senza tanti complimenti. A patto, però, di non rompere l’armonia nello spogliatoio. Un po’ ciò che è successo a Salvatore Sirigu, ceduto alla Fiorentina in cambio di Gollini, che ha rinunciato al ‘sogno Scudetto’ pur di giocarsi qualche chance da titolare in un’altra squadra.

Il Napoli va avanti sulle sue certezze. Anche perché mai, da quando sono stati introdotti i tre punti per la vittoria, il distacco tra il campione d’inverno e la seconda è stato di 12 punti. È stato battuto anche il record del 2005/06 da parte della Juve di Capello che si fermò a 10 punti di differenza rispetto alla sua più immediata inseguitrice.

 

 

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