A Verona, la fotografia di un istante, Alex Meret ( 8 ) visse però in un microcosmo torbido, con tante ombre intorno alla sua porta – Navas, Vicario… – e un umore preso a pallate: ne è uscito da solo, con il talento riemerso, con una solidità pure psicologica emersa prepotentemente. La legittima difesa è stata sublimata dalla autorevolezza di Kim ( 9,5 ), quello che «ma si può comprare un coreano per sostituire Koulibaly…», un generale dalla personalità spiccata, un leader dentro che ha fuso la propria natura con lo spessore d’un Di Lorenzo ( 8,5 ) inossidabile dinnanzi a qualsiasi forma di stress – 25 partite su 26, solo 17′ saltati per sostituzioni, avendo prima Zanoli ( sv ) e ora Bereszynski ( sv ) come partner teorici – con l’esplosione tecnica di Mario Rui ( 8,5 ), divenuto un fattore rilevante nello sviluppo della manovra con Olivera ( 7 ), con la consistenza di Rrahmani ( 7,5 ), incurante dell’infortunio e delle nove gare a lui vietate, e che in Juan Jesus ha trovato un alter ego inattaccabile ( 7 ) ed alle proprie spalle ha scoperto la serenità di Ostigard ( 6,5 ).
Fonte: CdS