Pe’ fa’ ‘e cose bone nce vo’ tiempo. Oltre a ciò, qual è il segreto di Giovanni Di Lorenzo? Per approfondire il tema, adesso non basterebbe una semplice riflessione, quindi andiamo ad aprire le porte di una realtà – quella del terzino e capitano azzurro – oramai caposaldo della nostra retroguardia che diventa all’occorrenza “avanguardia”.
Il giocatore sta raggiungendo ormai livelli altissimi di performance, ma non finisce qui. Infatti il suo ruolo diventa completo quando, alle doti tecniche, si aggiungono anche quelle di leader. Parola di Kvara, che recentemente ha ricordato la sua “difficoltà più grande in allenamento”, ovvero superare DiLo.
In fondo il segreto sta tutto nell’imprevedibilità. Cosa combineranno stavolta? Con Mario Rui è una danza allo specchio: in entrambe le corsie l’avversario troverà due treni dai binari ogni volta nuovi e imprevedibili. Il dubbio su quale sia la prossima direzione di Di Lorenzo (o di Mario Rui) è cosa ignota agli avversari, e va bene così.
In fondo il segreto sta tutto nella semplicità. La storia di Di Lorenzo è fatta di tanta gavetta. Dalla Lucchese (quando lo chiamavano Batigol perché segnava tanto) alla Reggina, dall’Empoli fino al Napoli. La sua passione per la PlayStation e la figlia piccola sugli spalti del Maradona. Testa sulle spalle e una Eurocoppa tricolore in bacheca, per cominciare.
In fondo il segreto sta nel Napoli. La squadra è lanciata verso il grande obiettivo ed è davvero l’alchimia perfetta per esaltare le caratteristiche del giocatore di Castelnuovo Garfagnana.
Alla base di tutto ciò resta però l’aspetto più importante, cioè che “per fare le cose buone ci vuole tempo” e questo forse è davvero il segreto. Il Napoli ha saputo capitalizzare e valorizzare al massimo le caratteristiche del nostro capitano, con il la decisivo di Spalletti che ha fatto come Guardiola con Cancelo, ovvero credere nel giocatore con la prospettiva (non solo) di un cambio di ruolo, bensì di un’apertura alla polivalenza. Di Lorenzo c’è e si vede.
a cura di Dimitri Rossi