Visto che le plusvalenze si fanno in due, perché solo la Juventus è stata penalizzata? Le motivazioni ci saranno tra dieci giorni, per il momento…
Mancata lealtà -Una contestazione oltre le plusvalenze
La Juventus non è stata condannata per le plusvalenze. Il procuratore della Figc Giuseppe Chiné lo ha detto chiaro: «Il metodo oggi è irrilevante perché il metodo non c’è mai stato. Le plusvalenze venivano decise a tavolino, non si discuteva di doti in campo ma di numeri da mettere a bilancio, ci sono delle x al posto dei nomi dei calciatori perché non contavano doti tecniche o prestazioni, contava solo ripianare la perdita». In pratica si è andati oltre la violazione in sé (la plusvalenza fittizia) per evidenziare, e poi condannare, la mancata lealtà di club e dirigenti.
«Confessioni» Intercettazioni e prove solo a carico della Juve
La mancata lealtà emerge dalle «confessioni». Chiné ha parlato di elementi di «straordinaria valenza confessoria», dal cosiddetto “libro nero di Fabio Paratici” alle intercettazioni di Agnelli e non solo. Questo tipo di prove, a oggi, esistono soltanto per la Juventus e non per gli altri otto club coinvolti in questo nuovo processo.
Gravità. L’accusa di aver falsato i campionati
Il procuratore ha distinto in maniera netta la posizione della Juve da quella delle altre. «È rispondente al nuovo materiale probatorio acquisito dalla Procura di Torino effettuare una valutazione in termini di maggiore gravità delle condotte contestate e dunque aumentare le richieste sanzionatorie. Le nuove prove evidenziano la particolare gravità dal punto di vista sportivo delle condotte tenute che hanno impattato su più campionati professionistici di Serie A falsificandoli». La Juve, secondo il procuratore, muovendosi all’interno di un «sistema» artificioso, avrebbe avuto vantaggi economici importanti: «Nelle stagioni al vaglio il club aveva perdite molto significative, ma invece di mettere le mani in tasca, ripianarle e quindi non fare mercato, ha creato plusvalenze fittizie che le hanno permesso di mettere soldi veri sul mercato e acquistare giocatori che ha poi schierato, falsando la competizione sportiva a danno di altre società che hanno ripianato veramente e che non hanno fatto mercato ma magari hanno venduto i gioielli di famiglia. Ci sono club che hanno dovuto cedere calciatori da 20 gol a campionato e l’anno successivo in classifica hanno pagato dazio».
L’articolo 4. Era già presente nel primo deferimento
Quando parlavamo di «mancata lealtà» facevamo riferimento all’articolo 4 comma 1 del Codice di giustizia sportiva, quello che richiamando all’articolo 8 permette la penalizzazione di punti, contestato ai dirigenti bianconeri già nel deferimento di aprile 2022 e che ricade ora sulla Juve – ma non sulle altre – per responsabilità diretta e oggettiva.
Fonte: Gazzetta dello Sport