Né uno che possa avvicinarlo (seppur lontanamente): però se non c’è Kvara, che stavolta non c’è perché l’influenza l’ha lasciato rinchiuso dentro casa, allora bisogna industriarsi e inventarsi un Napoli diverso, che comunque sappia di Kvara, che spruzzi un po’ di qua e un po’ di là qualcosa che lo ricordi e resti comunque nella sua natura un po’ scugnizza
Se non c’è Kvara, non puoi inventarti i dribbling ogni nano secondo e quelle sterzate che fanno male all’anima del proprio interlocutore, lasciandolo deambulare così sul ciglio di un burrone: però a Elmas quella tentazione ogni tanto viene, l’ha già fatto, venerdì scorso con la Juventus, attaccando da destra e prima ancora con l’Udinese, però affondando da sinistra. Un po’ come Kvara, magari con meno rotondità nella conversione: ops, finta, poi rasoiata alla giugulare. E quindi, EE queste cose da KK le avverte, appartengono al suo codice genetico, che aggiunge altro: copertura dello spazio, equilibrio tattico, sacrificio e un senso pieno del calcio che ne ha scatenato l’istinto e l’ha sistemato nel Napoli di Spalletti come il dodicesimo titolare. Se manca un centrocampista, oppure esce, entra Elmas; se serve un esterno, su una corsia o su quella opposta, c’è sempre Elmas, che in 674′ appena ne ha fatti cinque – tendenza da bomber, si direbbe – e che gradisce essere anche decisivo, come lo fa a Bergamo per il 2-1.
Fonte: CdS