L’approfondimento di Murizio Santopietro:
“Prima della “pausa mondiale” il Napoli aveva otto punti di vantaggio sulla seconda, il Milan e, durante la stessa lunga, anomala e assurda sosta, gli addetti ai lavori, i tifosi non napoletani speravano nella discontinuità del “rendimento esagerato” degli Azzurri, giustificato in parte dalla mancanza di un precedente del genere. L’unico a fronteggiare questa situazione particolare è stato Spalletti (in Russia). Legittimo sarebbe stato avere dei dubbi su quale ripresa sarebbe stata, non solo sul Napoli, ma su tutte le squadre: evidente che le antagoniste, sostenute anche dai principali diffusori mass mediatici, speravano di non trovare un Napoli così in forma strepitosa, come lasciava auspicare i tre punti lasciati all’Inter causa, secondo noi, di un eccesso di preparazione fisico atletica, visto che gran parte dei giocatori azzurri avevano le “gambe imballate” dalle tossine non smaltite del tutto. Ciò è stato confermato dall’insolita lentezza dei migliori interpreti del gioco di Spalletti; da Osi e a Lobotka, da Kavara ad Angiussa, ad esempio. Un campanello d’allarme? E qualcuno già si sfregava le mani. Ed ecco che già alla seconda partita di seguito, a distanza di pochi giorni, la rapidità di movimento dei giocatori azzurri era lievemente migliorata, al netto dell’avversario che aveva di fronte, la Sampdoria. Molti speravano nel piacere che, la Samp, fisicamente e tatticamente in crescendo, giocasse lo scherzetto alla banda di Spalletti. Si riduceva quindi lo vantaggio di un punto sulla seconda. Meno sette. Ed ecco qui che la speranza degli altri non napoletani, sulla scia delle otto vittorie della Juve con zero goal subiti, alimentava il desiderio di “vedere” il Napoli molto da vicino, addirittura assaporando il dimezzamento a quattro punti, intravedendone il piacere. Con la partita nel funesto presagio del “venerdì 13”, in cui i “ tifosi a strisce”, ma non solo quelli, riversavano il miraggio, il desiderio misto a false certezze. Non vogliamo stare qui a romanzare la superba, netta vittoria del Napoli sulla Juve, della filosofia del gioco di Spalletti su quella a “corto muso” di Allegri: la sostanza sta nel fatto che dopo questo secondo trittico, il Napoli incrementa di un punto il vantaggio sull’immediata inseguitrice, capitale questo che, ovviamente, non andrebbe mai dissipato, sebbene non ci siano indizi concreti a sostegno di tale “scelleratezza”. I momenti, relativi a questo campionato sembrano finalmente propizi: parte superiore della traversa presa dal Milan a porta vuota sul finire della gara; idem nella partita contro l’Atalanta e, con la Juve, spigolo dell’incrocio, anche se si era solo allo scadere del primo tempo. La sorpresa, che non è tale, in relazione alla prima di Coppitalia dello scorso anno, è l’eliminazione subita, questa sì, scelleratamente, per mano della Cremonese, a cui va riconosciuta il fervore agonistico messo in campo, come avrà interpretato l’arbitro rispetto alla durezza perpetrata sui giocatori napoletani. Ma l’approccio mentale, l’esagerato turn over l’hanno facilitata, purtroppo. Ma più importante è che al secondo trittico, il Napoli si ritrova con il piacere di avere in realtà un vantaggio superiore sulle seconde…Il resto viviamolo di partita in partita, spallettianamente… “