Cinque giorni folli in cui è successo di tutto. Cinque giorni su cui Spalletti e il Napoli devono interrogarsi seriamente per capire cosa vogliono fare da grandi. Perché passare dalla straripante vittoria contro la Juve alla clamorosa eliminazione agli ottavi di Coppa Italia cedendo ai rigori contro una Cremonese in grave crisi di risultati è qualcosa che non si può spiegare e che deve comunque far scattare un campanello di allarme. Questa sconfitta dovrà servire da lezione, già per sabato nel derby con la Salernitana: mai partire convinti di aver vinto, se perdi la fame, lo scivolone è dietro l’angolo.
Dispiacere E Luciano Spalletti nel post partita non ha nascosto la delusione: «Siamo dispiaciuti, non siamo stati bravi come al solito nella gestione della partita e della palla, poi però eravamo in completa sicurezza – ha esordito il tecnico -. Abbiamo giocato al di sotto delle nostre possibilità. Abbiamo preso il 2-2 un po’ per caso e, prima e dopo, sprecato tanto, così abbiamo messo in discussione una gara che avevamo in controllo. Ci sono partite in cui non puoi permetterti un minimo errore se prima non sei riuscito a chiuderle, avevo messo dentro Kim anche per non rischiare. E invece poi loro sono stati bravi a trovare l’episodio a favore. Funziona così nel calcio, la squadra deve restare sempre in equilibrio e non deve concedere neanche mezza occasione se vuole portare a casa la partita. È una competizione a cui tenevamo tanto, ci dispiace per l’eliminazione».
Cambi spenti Un’eliminazione che resta una macchia in mezzo a una stagione straordinaria e l’applauso scrosciante del Maradona, dopo i rigori, racconta quanto anche il popolo napoletano sia maturato col tempo e quanta empatia si è creata in questi mesi tra squadra e città. Ieri 30 mila persone hanno sfidato l’allerta meteo e il nubifragio finale per spingere Spalletti e i suoi ragazzi verso i quarti di finale. E invece ancora una volta il Napoli esce agli ottavi, come un anno fa. E a tradire Spalletti non è stato l’ampio e previsto turnover, ma alcuni suoi fedelissimi, entrati nel finale di partita sul 2-1 per gli azzurri e incapaci di portare a casa la missione: «Nel finale avevo messo dentro proprio quelli che giocano di solito di più in campionato per gestire al meglio il finale. E invece non ci siamo riusciti». Il Napoli saluta il suo primo obiettivo stagionale, forse quello “più abbordabile” all’inizio della stagione, di sicuro quello più caro alla gestione De Laurentiis, con le tre Coppe Italia già vinte in passato, due volte contro la Juve una volta con la Fiorentina. Ma niente drammi: in campionato il vantaggio è ampio e in Champions la strada fin qui è stata da big d’Europa. Riprendere il filo, questo è il diktat. E mai più cali di tensioni.
Fonte: Gazzetta dello Sport