ESCLUSIVA – M. Nosotti (giorn. Sky): “Sarri e Spalletti sono simili in un aspetto. Alcuni aneddoti da inviato a bordo campo”

Il momento del Napoli, dopo il successo contro la Juventus per 5-1, è altamente positivo tra gioco e risultati consolidando il primato in classifica. Si attendono altre conferme tra l’ultima del girone d’andata e il resto del ritorno. Di questo, ma anche del suo percorso in ambito giornalistico, ilnapolionline.com ha intervistato Marco Nosotti di Sky.

Prima di iniziare il tuo percorso a Sky, quali sono state le altre tue esperienze giornalistiche? “Allora ti dico che avevo iniziato la mia carriera da calciatore precisamente da portiere, ma non andò come speravo. Da quel momento ho fatto diverse esperienze giornalistiche. A cominciare da canale 55, poi oltre al calcio seguivo e lo faccio tutt’ora lo faccio la pallavolo, visto che ci sono le squadre di Modena e Parma. Ho fatto diverse esperienze in radio e t.v., prima di essere ingaggiato da Tele +. Ora si chiama Sky, mi sono consacrato a livello giornalistico e sono contento di questo importante percorso che mi ha portato fino a qui. “Noi siamo stati fortunati c’era più spazio in cose nuove come le TV private fine anni 70 e la paytv inizio anni 90, un’opportunità che di fatto non ci eravamo meritata più di tanto”.

Spesso ti vediamo a bordo campo al fianco degli allenatori. Ci sono degli aneddoti che ci vorresti raccontare e che ti sono rimasti in presso? “La figura del bordocampista, come si dice in questi casi è del classico rompiscatole, ovvero che sente quello che dicono i vari allenatori nel corso della partita. Ora, rispetto al passato sono spesso in studio a Sky per esprimere i miei giudizi, ma comunque di esperienze te ne posso un paio. Ad esempio una con Ancelotti, tra l’altro emiliano come me. All’epoca mi passava le sigarette, dove prima si poteva fumare, mentre ora no, anche se io ho smesso da 20 anni. Riusciva a gestire le beghe interne tra Pippo Inzaghi e Schevchenko, con competenza ed ironia. Entrambi i calciatori erano molto competitiva e il mister li stuzzicava. Ti posso dire che mi anticipava a bordo campo le scelte che avrebbe poi fatto. Un altro esempio è con Carletto Mazzone, maestro di calcio e di vita, era un carattere fumantino. In certe situazioni “calde” di una gara capitava spesso che si rivolgersi a me in modi bruschi, apostrofandomi in malo modi anche, ci rimanevo male finché non mi confesso, scusandosi, che certe parolacce erano dette a me, a voce alta, perché sentissero anche gli avversari , veri destinatari . Così otteneva il suo scopo da dire la sua in libertà senza rischiare una sanzione dell’arbitro. La popolarità avuta con la presenza a bordo campo, solo una parte del lavoro da Inviato, è stata una conseguenza che però andava e va gestirà con attenzione. Ci vuole tanto rispetto per le notizie e per i protagonisti, in questo caso, dello sport. Noi siamo solo testimoni…guai se diventiamo più importanti del fatto che raccontiamo”.

Un mese fa ci ha lasciati Sinisa Mihajlovic, allenatore e persona straordinaria. Tu che ricordi hai del tecnico serbo? “Sinisa spesso si diceva che era un guerriero, ma era un modo nostro per definirlo, però credo che sia stato un qualcosa di più. Gli ultimi due anni sono stati davvero molto difficili, però li ha affrontati con il sorriso e con la sana ironia che lo ha spesso contraddistinto. Ad esempio in una delle ultime interviste, gli feci una domanda che poteva sembrare banale, ma lui mi rispose con il sorriso, mandandomi a quel paese ma in maniera cordiale. Mi ricordo anche nel periodo della malattia frase del tipo, ha osato sfidare uno come me, per dire che veramente prendeva tutto con il sorriso. Anche Gianluca Vialli che ci ha lasciati ad inizio 2023 fino all’ultimo ha presenziato ad eventi importanti, come la presentazione della sua autobiografia. Vialli e Sinisa la cosa importante è che sono stati molto distanti dalla idea del guerriero che combatte il male. Anzi ci hanno lasciato un insegnamento… chi muore, chi ci lascia dopo un percorso così doloroso, non ha mollato ne si è arreso anzi… hanno dato, entrambi, dignità al dolore, alla fragilità, alla paura comuni a tanti ammalati.”.

Tornando al calcio giocato, ti vorrei chiedere di Giacomo Raspadori. Ti aspettavi questa sua crescita nei club e con la Nazionale? “Lui è nato in un paese vicino a Bologna e si vedeva sin da ragazzino che aveva delle qualità. Non mi sorprende la sua crescita, ma il tempo breve che ci ma impiegato per mostrare tutto il suo valore. La sua famiglia la conosco, sono persone davvero di sani principi e si vede che il ragazzo ha preso molto da loro. In campo si nota una cosa, lui partecipa anche nelle esultanze con i compagni con il sorriso, anche quando segnano loro e tutto ciò è positivo sotto tanti aspetti. Chi lo allenato, anche sui campi nel modenese, precisamente Sassuolo, quello che mostrava all’epoca, non è cambiato di una virgola anche oggi. Ripeto sapevo del suo valore, ma non pensavo che lo mostrasse a questo punto”.

Infine sul Napoli attuale di Spalletti, credi che sia uguale come gioco a quello di Sarri, oppure è superiore secondo te? “Sicuramente sono simili a livello di compattezza, sia quello di Sarri che ha sfiorato lo scudetto a 91 punti che quello attuale con Spalletti. Questo Napoli a mio avviso gioca un calcio spettacolare e lo ha dimostrato nel girone d’andata, aspettando che si possa confermare anche nel ritorno. Le basi ci sono tutte, anche perché sia i titolari che le così dette riserve si stanno mostrando all’altezza della situazione. Da Simone a Raspadori e ti aggiungo che Elmas, lo sta già dimostrando, ma sarà sempre più un valore aggiunto per la rosa di Spalletti”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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