Da un lato i Daspo, dall’altro le iscrizioni nel registro degli indagati. È a una svolta l’inchiesta della Procura di Arezzo sugli scontri in A1. Si contano i primi nove indagati, i primi nove Daspo e la conferma che l’incontro tra le due carovane di teppisti travestiti da tifosi fosse stato concertato. I provvedimenti riguardano tre ultrà della Roma e sei del Napoli, (elementi sia della Curva A che della Curva B). Indagine complessa e delicata, un lavoro certosino con cui gli investigatori sono riusciti a intercettare le conversazioni di sfida intercorse su alcune chat tra romanisti e napoletani. E dunque è vero: c’era un appuntamento tra le due tifoserie. Il pubblico ministero titolare del fascicolo, Laura Taddei, ipotizza non solo il reato di rissa aggravata, ma sebbene a vario titolo, anche quelli di interruzione di pubblico servizio e attentato alla sicurezza dei trasporti. Fondamentali sono stati poi i riscontri ottenuti dai sistemi di videosorveglianza e dalle immagini registrate da molti telefonini. Quei fotogrammi inchiodano gli indagati attuali, e gli altri che verranno. Nei confronti degli ultrà iscritti nel registro degli indagati sussistono dunque gravi indizi di colpevolezza sulla partecipazione alla maxirissa, messa in atto – sono sempre parole del gip – «con coscienza, volontà e animo offensivo».
Fonte: Il Mattino