Kvara stasera riposa (forse, quasi sicuramente) perché sabato c’è il derby con la Salernitana, perché poi si entrerà in una specie di frullatore – il calcio di oggi – giocando un giorno sì e l’altro pure, passando dalla Coppa Italia al campionato e poi alla Champions con la stessa leggerezza che il georgiano sfrutta per andarsene dalla fascia sinistra al centro, in quelle terre di nessuno che diventano le sue e che fanno del suo papà un altro uomo: «Sono contento che mio figlio giochi nel club dove è stato Diego».
Dieci milioni (appena) per gustarsi il football che verrà, quegli squarci di luce che abbagliano il “ Maradona ” e lo trascinano nel delirio: Kvratskhelia è l’idolo d’una generazione che ha dovuto aggrapparsi ai ricordi, alla narrazione o a tutto quello che si può trovare cliccando su un computer, tracce di una memoria che adesso può diventare un vissuto. Nove punti sul Milan, dieci sulla Juventus e sull’Inter, una pioggia d’emozioni dalla quale lasciarsi inondare, andandosene a spasso sul K 2 . Ed è persino inutile anche chiedergli se siano felici.
Fonte: Cds