Se l’estetica è un concetto soggettivo, la qualità è il cemento armato dei successi. José Mourinho ritrova Dybala e di colpo scioglie le critiche e le perplessità, anche se la Roma è ancora molto lontana dalle fattezze di una squadra perfetta. Abbiamo chiesto a Fabio Capello, ultimo allenatore ad aver vinto lo scudetto da quelle parti, di esprimere un parere sul tema. E’ l’occasione anche per parlare delle novità del campionato, che Capello commenta su Sky.
In Serie A quanti professori vede oltre a Dybala? «Eh, non tanti. Leao, Kvara, lo stesso Osimhen che non ha grandi qualità tecniche ma fisicamente è impressionate. Purtroppo in questo senso siamo in ritardo rispetto ad altri campionati».
Come può crescere allora il nostro calcio? «Investendo sui giovani e lavorando sulla tecnica, più che sulla tattica, in un gioco che è diventato molto veloce. Un ragazzo migliora se ha qualcuno da cui imparare. Quando ero giovane io, per esempio, andavo a vedere Luisito Suarez per carpirne da vicino le qualità. Oggi chi dovremmo andare a studiare in Serie A? Non vengono più i migliori in Italia».
Non ha notato qualche novità positiva nel nostro campionato? «Il Napoli è strepitoso, sta volando. Ho dubitato a un certo punto della tenuta della squadra, mi sembrava di vedere una flessione. Ma ora è ripartito alla grande. Per il resto, vedo pochi progressi. I calciatori pensano a prestare la palla, come diceva Zeman, e non a passarla in avanti. C’è poca personalità, poca voglia di prendersi le responsabilità».
Scudetto al Napoli, allora? «In questo momento mi pare che non ci sia corsa, anche se chi insegue sta aiutando Spalletti».
Chi, in particolare? «L’Inter ha la rosa più attrezzata e lo ha confermato nello scontro diretto ma non trova continuità. Il Milan ha pagato un peccato di gioventù: c’è stato un po’ di rilassamento dopo la vittoria dello scorso anno. La Juve invece ha una scusante vera: non ha mai giocato con la squadra che era stata costruita in estate».
Forse alla Juve, ma anche all’Inter, si stanno pentendo di aver perso l’occasione Dybala. «Non entro nel merito, sono scelte. Evidentemente non si fidavano delle condizioni fisiche di Paulo. Non credo che abbiano mollato Dybala perché non ne conoscevano il livello tecnico».
Allora, tornando alla Roma: è proprio come dice Mourinho? Squadra modesta con un grande campione, aspettando Wijnaldum. «No, Mourinho esagera da grande comunicatore qual è. La Roma è una buona squadra, che per una serie di motivi non ha reso ai livelli attesi. Zaniolo continua a soffrire dopo gli infortuni, che sono un freno a mano tirato, perché ha fretta di riemergere. Gli va dato un po’ di tempo. Abraham si sta svegliando ora, dopo un periodo di appannamento».
Chi resta fuori dalla lotta Champions? «Ah, è una vera bagarre. Sono tutte in corsa, anche l’Atalanta che ha un manico di livello. Gasperini ha rigenerato il gruppo trovando soluzioni diverse».
Quindi l’allenatore conta. «Certo ma ribadisco. Un direttore d’orchestra può interpretate la musica secondo le sue idee. Poi però servono i musicisti adatti a suonarla».
Fonte: Cds