I numeri dicono tanto ma non tutto di questo straordinario centravanti. Perché Victor Osimhen devi vederlo in campo largo: quando riceve palla e ha praterie da cavalcare che riempie con fisicità impressionante e la gioia di un bambino che non si stanca mai di correre. Ma anche quando con opportunismo in area arriva prima di tutti, come nell’1-0 alla Juve. Ecco, il calcio di Victor è divertimento, da condividere con i compagni e soprattutto con la gente del Maradona. Venerdì sera è rimasto a lungo sotto gli spalti per festeggiare in mezzo alla sua gente. E saltava. Quanto saltava ancora Victor, senza avvertire la stanchezza della gara, ma con quella sana, contagiosa gioia che è l’essenza del calcio, della passione popolare. L’evoluzione E nella semplicità dei gesti di Osimhen c’è tutta la modernità del calcio che ha saputo plasmare Luciano Spalletti. «Osi, Osi!», l’urlo del tecnico spesso si sente anche negli stadi pieni di tifo, un modo di guidare il suo purosangue “educandolo” a una corsa più funzionale a se stesso e soprattutto alla squadra. E i risultati si vedono. Adesso è più difficile che il nigeriano venga messo agevolmente in fuorigioco dalla terza linea avversaria e al tempo stesso, la sua corsa un po’ arquata, ma non per questo meno profonda, lo porta a diventare devastante per le difese. Non semplice contropiede o buttare in avanti la palla a caso, ma tempi studiati e provati in allenamento. Perché quella palla in controtempo di Politano, spalle alla porta, col suo mancino, lunga su Victor ha già fatto dei bei… danni. Così è nato il favoloso gol di Osimhen contro la Roma all’Olimpico. Nella stessa maniera tattica è cominciata l’azione del 2-0 alla Juventus.
Fonte: Gaz. sport