Purtroppo gli episodi sull’A1 di Arezzo, che sono costati ai tifosi di Napoli e Roma l’inibizione per due mesi di andare in trasferta, è uno dei temi dibattuti in città. Il Primo Cittadino Gaetano Manfredi è stato intervistato dal “Mattino” anche sulla questione stadio.
Allora sindaco Gaetano Manfredi: il ministro dell’Interno Piantedosi ha annunciato una serie di misure per contenere la criminalità – in particolare a Roma, Milano e Napoli – e la cosiddetta mala movida. Qual è quella che la convince di più rispetto a quanto accade in città? «Il maggiore impegno nelle modalità del controllo del territorio. Una distribuzione diversa sul territorio. Penso ai controlli alla Stazione centrale che stiamo concordando con il Prefetto e tutte le forze dell’ordine»
Non è stato raccolto dal ministro il suo appello di non proibire a tutti i tifosi del Napoli di andare in trasferta dopo la guerriglia in autostrada: è dispiaciuto? «Rispetto la scelta del ministro, lo stadio di venerdì sera durante la partita con la Juve ha dimostrato quanto la tifoseria di Napoli sia civile e sportiva, quindi penalizzare tanti tifosi mi sembrava eccessivo. Mi auguro interventi duri e selettivi in modo da poter tutelare i veri tifosi».
E cosa intende fare il Comune? «Faremo nei prossimi mesi un piano della gestione del turismo con gli operatori del settore per il miglioramento dei sevizi e questo è un modo per far fare un salto di qualità alla città. In questo 2023 uno degli obiettivi è far partire i cantieri del Pnrr abbiamo lavorato in maniera importante su progetti e finanziamenti. Penso in particolare a quelli sui parchi, per le scuole, le strade abbiamo tante cose da mettere a terra deve essere l’anno in cui la città deve iniziare a vedere i cambiamenti».
Ma se poi i cantieri durano in eterno… «Questo dipende dalla regolarità dell’azione amministrativa e dalla regolarità dell’erogazione dei finanziamenti. Ci stiamo lavorando».
Napoli capitale dei percettori del reddito di cittadinanza, un esercito di 200mila persone che tra qualche mese sarà senza nessun sostegno. Come se ne esce? «Un grande problema da affrontare. Da un lato si deve dare sostegno al reddito, non lo si può togliere alle famiglie povere non è giusto. E poi l’altro tema è la mancanza di politiche di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro e non si sta facendo nulla. C’è gente che non può lavorare perché non risponde ai bisogni che hanno le imprese».
A giugno scade la convenzione con la Ssc Napoli per la gestione del Maradona. Un momento delicato: sta già parlando con De Laurentiis di questo appuntamento? «Il rapporto è ottimo, stiamo sistemando tutte le pendenze che c’erano da anni. Stiamo facendo i lavori per ospitare l’Italia che mancava dal Maradona da 10 anni. Con De Laurentiis valuteremo insieme sia il percorso futuro e quali interventi sono necessari per lo stadio: il Maradona deve funzionare sette giorni su sette».