C’era una volta l’attaccante che sprecava energie. E ora c’è Osimhen!

Il nigeriano ora è davvero completo come centravanti

Ora c’è Osimhen condottiero del Napoli, attaccante in grado di sfruttare il minimo errore dell’avversario. Condottiero del Napoli e capocannoniere del campionato senza aver tirato i rigori e avendo saltato quattro partite per infortunio. Ha messo il suo timbro sulla roboante vittoria di ieri sera al Maradona. Il suo primo gol alla Juventus, che poi sono diventati due. Dodici in campionato.

 

Victor è ormai un leader. È il leader della squadra di Spalletti. E il tecnico di Certaldo ha avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione del nigeriano, nella crescita di quello che sembrava un uragano impossibile da addomesticare. Spalletti ne ha estratto un attaccante di livello internazionale, oggi si dice top player. Non solo perché Osimhen ha segnato il primo gol della sua carriera alla Juventus. Ma proprio perché da mesi l’ex attaccante del Lilla è il capo carismatico degli azzurri. Ha messo da parte i fisiologici egoismi degli attaccanti. Se guardate con attenzione i replay dei gol del Napoli, lo ritrovate sempre a elogiare l’uomo che è stato fondamentale per quell’azione. Come succede ai comandanti, agli uomini cui nulla sfugge e che hanno una visione globale.
E da leader ha parlato dopo la vittoria: «Abbiamo buone chance di vincere lo scudetto ma non pensiamo a quella parola, proseguiamo partita per partita e cerchiamo di applicare quello che ci sta insegnando Luciano Spalletti. Ovviamente, sono orgoglioso dei due gol e dell’assist, del mio contributo alla squadra. Dobbiamo andare avanti, abbiamo una grande squadra, tecnicamente molto dotata, siamo stati molto bravi in questa battaglia».  
Con Spalletti Osimhen è diventato un attaccante completo, senza peraltro rinunciare all’esuberanza fisica che a Roma lo portò a segnare un gol straordinario in faccia a Smalling. Ieri sera, contro la Juventus, ha messo lo zampino nei primi due gol. Quello del vantaggio lo ha segnato lui, da consumato attaccante d’area. C’era lui e soltanto lui sulla corta respinta di Szczesny dopo la girata al volo di Kvaratskhelia. E il nigeriano, di testa, ha segnato il suo undicesimo gol in campionato. Ma è sul secondo lui che ha dimostrato, o confermato, di essere il leader di questo Napoli. Perché sul clamoroso errore di Bremer, non ci ha pensato un attimo. Ha alzato la testa e ha visto se ci fosse un compagno meglio piazzato di lui. C’era ed era il georgiano. L’uomo cui lui lasciò il calcio di rigore contro l’Ajax in Champions. Fu un gesto importante, in un momento in cui – per motivi insondabili – Kvicha era persino accusato di egoismo. Gli consegnò il pallone, come a dirgli «vai e segna, te lo meriti». Cose da generali.
Ieri sera Osimhen ha segnato due gol e ha servito a Kvara l’assist del 2-0. È l’uomo simbolo della squadra padrona della Serie A. È stato un grande acquisto ma su di lui Spalletti ha fatto un grande lavoro. In barba a chi, anche con un filo di razzismo, lo considerava un giocatore non adattabile al calcio europeo. Oggi Osimhen è l’attaccante più forte della Serie A (ogni paragone con Leao è risibile) ed è uno dei più forti d’Europa. Ci vorranno tanti soldi per acquistarlo, ben più di 100 milioni. Al momento è l’uomo simbolo del Napoli che ha messo le mani sul campionato, che ha annichilito la Juventus. Dicevano di lui che non segnava alle squadre forti. Da ieri sera lo sciocchezzaio va aggiornato, Osimhen è il condottiero del Napoli che sta dominando la Serie A. E che ieri sera ha messo le mani sul terzo scudetto.

Fonte: M. Gallo Cds

 

 

 

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