Napoli-Juve e quella rivalità mai nascosta tra Allegri e Spalletti: il big match è già partito

Come sembra improvvisamente buono, Luciano Spalletti. Allegri lo definisce buffo e divertente e lui quasi angelicato dentro la tuta, sorride dando l’impressione di essere praticamente il fratello buono di se stesso, quello che non si fa scappare mai una reazione fuori dalle righe. Ovviamente il miele è tutta finzione: l’uomo ribolle di rabbia per non cadere nella trappola del nemico Max. Lo sfotte quando parla della Champions (la Juventus è stata eliminata nella fase a gironi) lasciando intendere che il fallimento è alle porte, senza lo scudetto. Ma in fondo, gli basta guardare la classifica e quel +7 dalla Juventus per capire che non ne vale la pena. Poi, ovvio, le sue pietre appuntite sa bene come scagliarle verso il tecnico bianconero. «Il calcio a Napoli è anche bellezza. Infatti non avrà vinto nulla, ma qui non c’è un momento che non mi ricordano il Napoli di Sarri». Sarri è l’altro eterno nemico filosofico di Max.
Spalletti, è il Napoli che ha più da perdere come sostiene Allegri?
«Per Allegri è conveniente camuffarsi da comprimario. Ma con quella squadra piena di campioni come fa a nascondersi dal ruolo di favorita? Certi investimenti vengono ripagati solo se poi vinci lo scudetto e poi anche la Champions (da cui è fuori, ndr). Quindi inutile mettersi il capello e la barba finta, non può essere certo un quarto posto a soddisfare la Juventus».
Ha anche detto che lei è buffo.
«Ah, sono buffo? Non lo so. Sicuramente lui è il più bravo di tutti. Basta guardare il suo palmares: io mi inchino davanti alle sue vittorie. Faccio parte di un altro livello di allenatore. Lui mi sta sopra».
Chi deve avere più paura della sfida di stasera?
«La paura non esiste per nessuno. Quando si indossano queste maglie, è dura poter pensare che ci sia chi ha paura: sarà un bellissimo spettacolo dove noi dobbiamo portare dentro il lavoro che è stato fatto in questi giorni».
Una squadra divertente, la sua, un’altra che non prende gol e vince da otto gare. Che partita si aspetta?
«Si affrontano due filosofie differenti. Allegri sposa perfettamente il motto juventino che è vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. Noi qui siamo più anema e core: ha giocato Maradona e quando ha vinto Diego ha mostrato quanta bellezza c’è nel calcio. Noi non possiamo non portarci dietro quella bellezza. E giochiamo le partite anche per ricordare quel Napoli. La Juventus ci lascerà campo e bisogna essere bravi a saper interpretare la gara nella maniera corretta. Sappiamo delle loro ripartenze e delle loro multiple individualità. Non dobbiamo mai perdere l’equilibrio nel modo di gestire e di andare ad attaccare».
Cosa si fa a fare gol alla Juve?
«Loro si abbassano davanti all’area di rigore e così è più facile difendersi. Poi tutto dipende dal calcio che uno vuole fare. Noi facciamo quello che piace ai nostri tifosi. Mi viene in mente Maurizio Sarri che non ha vinto niente ma da quando sono qui sento parlare solo del calcio di Sarri. E questa cosa ha un valore, una qualità. E me piace quella roba lì. C’è stato anche Benitez che ha vinto un paio di titoli ma che non ha impressionato come Sarri (non cita Ancelotti e Gattuso, ndr)»
Le inchieste extra-calcistiche potranno influire sul cammino della Juventus?
«Non si sa mai. Magari può succedere il contrario: i calciatori si compattano dietro ai problemi della società, non si fanno tirare dentro e tutto diventa uno stimolo in più. Magari dietro queste otto vittorie ci sono proprio queste vicende».
Gli scontri tra tifosi l’hanno colpita?
«Chi vuole usare il calcio per fare casino, chi si vuole picchiare lo faccia lontano dagli stadi, lontano dallo sport. Lo sport è dei nostri figli: queste cose qui non si possono vedere. Devono restare a casa, e se non ci stanno da soli gli deve essere imposto».

Fonte: Il Mattino

CalcioNapolinews
Comments (0)
Add Comment