Beppe Galli, presidente dell’Aiacs, l’associazione degli agenti italiani presenta la sfida di domani del “Maradona” e parla anche di mercato ai microfoni di CdS:
Napoli davanti alla Juventus per valore della rosa? «Eh, ma le quotazioni dei calciatori fluttuano di continuo. Due partite ben giocate e vai alle stelle, poi ti fai male e precipiti. Queste cifre sono un po’ buttate lì, perché poi nessuno compra a quei prezzi . Magari se ne acquista uno».
Tutto vero, però esistono società in cui storicamente il valore dei calciatori della rosa lievita in automatico.
«E lei ha fatto l’esempio apicale della Juventus. Io mi tengo più sulla media. Un giocatore arriva, poniamo, dalla Fiorentina e costa dieci. Arriva dal Piacenza e viene quattro. Perché entrano in gioco vari fattori, dalla psicologia della piazza alla presenza della stampa. Scuse. Sono sempre i presidenti a fare i prezzi ».
Allora, passando dal finanziario al tecnico: si può dire che oggi la rosa del Napoli è superiore a quella della Juventus? «Si può e si deve dire che il Napoli ha lavorato molto bene negli ultimi anni. I numeri dicono che De Laurentiis compra a poco e vende al massimo. Un grosso imprenditore che sceglie gli uomini giusti, per esempio il ds Giuntoli , uno capace di individuare calciatori pressoché sconosciuti ma di alto livello».
E capace di lasciare andare senza esitazioni gente che in teoria costituiva il midollo della squadra. «Io sono un materialista. Quando un giocatore viene valutato una certa cifra e quei soldi arrivano, si fa un fiocchetto e lo si spedisce. Chi oggi vale cento domani può valere quaranta ».
Il Napoli è un esempio di sostenibilità per il futuro del calcio? «Secondo me il futuro è nello scouting, qualcosa di cui si parla sempre e che non si fa mai. In Francia tutti, a eccezione del Psg, giocano con due o tre ragazzi nati tra il 2002 e il 2003. Qui abbiamo paura di quello che dirà la gente. Quel ragazzo dell’Atalanta, Højlund, che ha risolto l’ultima partita: offerto a tre milioni e nessuno l’ha voluto, poi preso a diciassette».
Lasciando da parte per adesso le note vicende giudiziarie: se questa è la via, ultimamente la Juventus l’ha imboccata. «Infatti è l’unica in Serie A ad aver messo su la squadra Under 23. E i frutti cominciano a vedersi ».
Per l’immediato ha scelto invece campioni affermati: parametri zero che però vengono convinti con ingaggi molto alti. «Osservazione di carattere generale: io non riporterei indietro certi giocatori arrivati al vertice della carriera . Parlo per me, chiaro».
Il problema per chi lavora bene è che se un anno costruisci una squadra dall’eccellente rapporto qualità/prezzo, l’anno successivo puoi non riuscire più a reggerla tra apprezzamento dei giocatori e richieste di aumento. «Ho visto grandi industriali entrare nel calcio e combinare disastri. È come sedersi a un gioco d’azzardo con una persona affascinante vicino: una trappola. Il modo giusto di gestire è quello di cui parlavamo prima a proposito del Napoli: mi fai una richiesta d’ingaggio esagerata? portami soldi veri e ti cedo. Invece sbagliano i presidenti che sparano valutazioni assurde e poi si meravigliano se i giocatori chiedono stipendi in proporzione. Ma tanto è sempre colpa dei procuratori».
Fonte: CdS