L’ex rettore Trombetti: “Non temiamo il vento del Nord e i complotti”

Le sue parole sulle pagine de Il Mattino:
“Oggi non si può parlare di calcio senza far parola degli episodi di violenza avvenuti domenica in autostrada. Due gruppi di tifoserie – napoletana e romanista – si erano dati appuntamento per regolare i conti. Che c’entra il calcio con la guerriglia autostradale? Niente. Quanti sono i teppisti? Certamente un numero irrisorio rispetto alla massa degli appassionati. È demenza diffusa o lombrosiana predestinazione? Si tratta di un problema di ordine pubblico. Difficilissimo da prevedere ed affrontare dato anche che parliamo di centinaia di attori. Il calcio è un grande palcoscenico e perciò attrae piccole orde di belluini in cerca di visibilità. Ci si può esibire notati da tutti con garanzia di anonimato. Resta aperta una grande questione: perché una metropoli in ogni parte del mondo produce questi mostri? Ma altre sono le sedi per approfondire il problema. Che va indagato con gli strumenti dei sociologi e dei criminologi.
Passiamo al Napoli. A mio avviso ha superato a Genova una prova importante. Addirittura più della prossima partita con la Juve. Il Napoli era infatti chiamato a mettere in soffitta la sconfitta di Milano. Molti osservano che comunque non si è visto il miglior Napoli. Questo è vero. Però abbiamo ritrovato Lobotka, e non è poco. E ancor più la sicurezza che aveva contraddistinto gli azzurri. Nemmeno minimamente scalfiti dall’errore di Politano. Che nel rigore non ha il suo miglior numero. Spalletti ha presentato una squadra logica e ben disposta in campo. Con Elmas che non ha fatto rimpiangere Zielinski. E con Kvara che si avvia alla miglior forma. Ieri si è presentato due o tre volte di fronte al portiere. Sintomo di recupero della condizione. Adesso gli manca soltanto il gol.
Venerdì ci aspetta una partita decisiva? No. Ogni partita da qui alla fine del torneo sarà decisiva. E mi raccomando niente paura dei complotti o del vento del Nord. Il Napoli è forte e sta soltanto a lui manifestare la sua forza. Faber est suae quisque fortunae”.
G. Trombetti (il Mattino)
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