Fabio Quagliarella, ex attaccante del Napoli e attuale giocatore della Sampdoria, ha rilasciato un’intervista a Sportweek.
Ecco le sue dichiarazioni:
“Ci sono altissime probabilità che io smetta a giugno, ma non avrei mai voluto che finisse così, a causa di un infortunio. Mi dicevo: cavolo, devo chiudere in questo modo? Era questo che mi faceva star male, più del dolore al ginocchio. Per fortuna la gravità della lesione è stata ridimensionata, anche se qualche giornalista mi aveva già dato per spacciato. Con me è sempre così. La buttano sempre sul tragico. Poi, nel momento in cui mi stanno per seppellire, risorgo”.
Sulle occasioni sfumate: “I momenti topici sono stati quelli in cui, ogni volta che vivevo un periodo positivo della mia carriera, succedeva qualcosa che spezzava l’incantesimo. Da Napoli, la mia città, son dovuto andar via per colpa di uno stalker che mi perseguitava. Alla Juve mi ruppi un ginocchio. Ma quello che mi è stato tolto, me lo sono ripreso da un’altra parte. Per esempio, diventando capocannoniere del campionato a 36 anni».
La maglia più sentita? “Quella della Samp. È il club che ha aperto e che chiuderà la mia carriera. A Genova sono da quasi 9 anni e con la gente basta ormai uno sguardo per intendersi. Certo, non dimentico la fortuna di aver indossato anche solo per una stagione la maglia del Napoli. Il Napoli attuale? Un giocatore forte deve giocare coi giocatori forti. Il mio Napoli non aveva la qualità di questo. Perciò, sì, mi divertirei. Molto”.