Immensa è la confusione nella ricchissima oasi della televisione sportiva in Italia. Perché ormai lo sanno tutti i canali di Dazn l’altra sera sono andati in letargo ancora una volta e, durante il celebrarsi della sedicesima giornata di Serie A, letteralmente, non si riuscivano a vedere le partite in tv. Rotellina del caricamento sola soletta a girare nel vuoto, avvisi inservibili di mancanza di segnale, promesse disilluse di una ripresa momentanea, spettatori a sacramentare contumelie per buoni quarti d’ora. Non è stata la prima volta, ma tanti, molti, tutti speriamo che sia stata l’ultima. Si dev’essere stancato anche il governo: tanto che, per essere netti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato per martedì i dirigenti di Dazn al ministero per una riunione cui parteciperanno anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, e i vertici della Serie A. E già l’azienda si prepara per emettere piogge di rimborsi. «A tutela dei consumatori ho convocato per il 10 gennaio al ministero i vertici della società Dazn. Il perpetuarsi del disservizio impone di fare chiarezza sulle azioni che la società intende prendere, investimenti in rete e tecnologia, al fine di rispondere alle esigenze degli utenti», ha detto il ministro Urso. E non basta. Va saputo d’altronde che il Codacons ha promesso di presentare un nuovo esposto all’Agcom «sui disservizi registrati durante la partita Inter-Napoli, ritenendo inaccettabile che gli abbonati debbano subire problemi tecnici a fronte degli aumenti delle tariffe disposti da Dazn». Anche la Lega Serie A è intervenuta sul caso. Durante l’assemblea dei club di ieri, l’amministratore delegato della Lega Luigi De Siervo ha informato i club di aver formalizzato una comunicazione evidenziando la propria dura presa di posizione sul mancato rispetto degli obblighi contrattuali dopo i disservizi. In particolare la gara di San Siro è rimasta invisibile ai tifosi per venti minuti circa oltre il 20% del match.
Dove sia, quale sia, che cosa sia il problema rimane un mistero. Loro sanno di pagare, puntuali, ogni mese, la rata dell’abbonamento e poi di vivere in cambio serate simili di nebbia. Come si diceva, le cause e la natura delle inefficienze sono riconducili a diverse teorie: a molti è sembrato sensato collegare l’insorgere dei disservizi con l’ampiezza di un turno di dieci partite raccolte in sola mezza giornata. Comunque sia, nella serata di ieri, la «piattaforma leader di intrattenimento sportivo e unica emittente digitale di sport a livello mondiale» come si definisce ha pubblicato una nota di scuse e di scarico assoluto di responsabilità. «Ci rammarichiamo per quanto accaduto durante due delle dieci partite disputate il 4 gennaio, Inter-Napoli e Udinese-Empoli. Nonostante la tecnologia di Dazn sia rimasta resiliente e abbia funzionato correttamente durante la fruizione delle partite, è avvenuto un disservizio tecnico causato da un partner esterno globale, incaricato di gestire la distribuzione del traffico sui server (CDN) utilizzati da Dazn. Riteniamo innanzitutto doveroso scusarci con i clienti impattati che provvederemo a rimborsare in conformità alla regolamentazione vigente. Il meccanismo di protezione di Dazn per assicurare la continuità del servizio si è attivato ed inoltre il team tecnico ha prontamente individuato il problema e posto in essere le azioni correttive indispensabili che hanno permesso il graduale ripristino del servizio. Il disservizio ha impattato alcuni clienti, mentre la maggior parte delle persone connesse ha visualizzato gli eventi senza alcun problema», ha fatto sapere. Da che dipende? Non dipende da noi, quindi. Dopo l’incontro con il ministro Urso, però, saranno decisi e inviati i rimborsi sulla base di algoritmi interni a Dazn. Il Mattino