Avere per mezz’ora Pierluigi Pardo a disposizione è un privilegio che anche moglie e figlio inseguono. L’uomo è un luna park vivente: mille cose da fare, da dire, tra una trasmissione, un collegamento, un evento, una telecronaca da preparare, una scaletta da immaginare (che tanto poi va a braccio e salta tutto). Non a caso la telefonata si apre così…
«Eccomi ci sono, scusa solo un attimo che stavo scrivendo un dato: Elmas titolare solo quattro volte in campionato…»
Stai preparando la telecronaca di Inter-Napoli?«Sì, stavo sistemando le ultime cose. Il giorno pre partita è dedicato a questo, aggiorno i file, studio i protagonisti, analizzo i duelli, mi segno tutto ciò che può servire. Poi stampo tutto e via».
Quanto del materiale che prepari poi usi in telecronaca?«Preparo cento cose per usarne tre. Cerco di non innamorarmi di ciò che ho preparato a freddo. L’intro della telecronaca la faccio a braccio, dipende sempre dal clima che respiro intorno a me, dall’ambiente, l’entusiasmo, il calore, quello che mi colpisce. Se inquadrano un tifoso che fa una cosa particolare, “vado” da lui. In Inter-Cremonese all’improvviso hanno inquadrato Cattelan e ho detto: “E poi c’è Cattelan”. A parlare devono essere sempre le immagini, poi durante la partita uso il materiale statistico, ma solo se ha una rilevanza particolare».
Fammi un esempio su stasera?«Osimhen che ha segnato 8 gol nelle ultime 8 partite prima della pausa è un dato significativo. E con questo a Napoli staranno giustamente toccando di tutto! Meglio un altro esempio: Lozano solo 8 volte titolare in campionato ma in ben 4 delle ultime 5…».
Quanto è importante essere simpatico e vedere il mondo con allegria?«Nella vita tanto, in telecronaca sei simpatico solo ai tifosi della squadra che ha vinto. Quelli della Roma si ricordano “Manolas! E sono 3!”, nella sfida vinta in Champions col Barcellona. Quelli del Milan “Si è girato Giroud!” nel derby. Vieni solitamente associato alle emozioni vissute».
Sei ancora emozionato prima di una telecronaca o ormai le vivi con leggerezza? «Sono sempre emozionato prima, per fortuna. E lo sarò ancora di più domani dopo quasi due mesi di astinenza».
Quanto è importante il feeling con la seconda voce? «È fondamentale, soprattutto se si crea la coppia restando ognuno se stesso, con il proprio carattere e senza fingere. Io, ad esempio, nella vita inseguo la battuta e anche in telecronaca magari ne dico mezza in più che mezza in meno a rischio di sbagliarla. Perché sono così ed è più forte di me».
Tema molto dibattuto agli ultimi Mondiali: la seconda voce può lasciarsi andare un po’ di più, risultando magari anche di parte? «Vale il discorso di prima sull’essere veri. Ma in generale penso che il telecronista tifi sempre per se stesso: è concentrato sulla sua prestazione, sul non fare errori, insomma».
Prendi precauzioni per ugola e voce nei giorni precedenti le telecronache? «Non particolari, ma qualche attenzione devi averla. Mi è capitato una volta durante una finale di Europa League a Varsavia. Mi si è abbassata la voce durante la partita: non è stato facile. Latte e miele aiutano sempre. O le acciughe, come fanno i tenori».
Magari acciughe con spaghetti e pangrattato. «Ti ho servito l’assist, ma ci sta…».
Ti è dispiaciuto non raccontare i Mondiali in Qatar? «I Mondiali sono sempre un evento straordinario, ma sono stato felice di restare in Italia. Ho dedicato il tempo a mio figlio Diego che ha solo sei mesi e mezzo, abbiamo visto un sacco di partite e sembrava divertito, e a mia mamma che mi ha lasciato pochi giorni fa. Non essere accanto a lei in quei giorni sarebbe stato un dolore troppo grande».
Hai scelto tu il nome Diego? «Sì, era il nome di mio nonno. Non è un omaggio diretto a Maradona. Ma certo D10S non mi stava antipatico…».
Preparati, ti tocca: meglio Maradona o Messi? «Noooooo… Sai che non mi interessano i paragoni. Viviamo in una “era” in cui c’è un eccesso di sentenze su tutto e tutti. Devo proprio scegliere? Prendo sempre Diego. resta il più letterario, il più umano. Però ti dico che sono contento abbia vinto Messi il Mondiale e mi spiace invece per il trattamento riservato a CR7, trattato quasi da “sfigato” in questo suo finale. Non si può essere solo schiavi del momento e dimenticare vent’anni di storia. Ronaldo può risultare più o meno simpatico, ma è stato un giocatore straordinario e merita più rispetto soprattutto adesso. Il calcio dell’asino è da mediocri».
Sposo in toto. Una cartolina sportiva del 2022 alle spalle?«Nadal che piange all’addio di Federer, lì non c’e il gioco della torre, ma il senso della vita».
Ti rubo il tormentone: quanta “qualità” c’è in Inter-Napoli? «Tantissima. Se devo scegliere un duello dico Kvara-Dumfries. Ma ci sono tante domande che attendono risposta. Lukaku sarà fresco e arrabbiato dopo il Mondiale? Spalletti continuerà il filotto di vittorie? Non vedo l’ora…».
E sulle altre sfide di giornata? «Le recenti esperienze alla ripresa di Premier e Ligue 1 dicono che potranno esserci sorprese. Sono curioso. Occhio alle piccole».
Preferisci la telecronaca o la conduzione? «La telecronaca, il primo amore. Ma condurre mi piace sempre. Da lunedì 9 riparte SuperTele su Dazn che nel 2022 è andato benissimo con ospiti clamorosi tra sportivi e artisti. Una commistione che ho sempre cercato».
E commistione è anche Pardo che conduce un programma non sportivo su Rai due: “Ti sembra normale?”, che è anche il titolo…«Non so se è normale, ma è molto stimolante e divertente. Tocchiamo sempre di più la stretta attualità: ospiti, sondaggi…».
A proposito di sondaggi: chi vince lo scudetto? «Mi chiama Diego, devo lasciarti… Ciao, qualità, qualità…».
Fonte: Gasport