Rabiot e Di Maria (che torna, con calma, il 2 gennaio) sono rigenerati dal Mondiale in Qatar, dove sono andate in scena una serie di prestazioni che in pochi ricordavano di aver visto in maglia juventina. C’è poi il ritorno di Chiesa, che appena un anno e mezzo fa è stato protagonista dell’Europeo con l’Italia. Sotto il profilo tecnico, la Juventus con i suoi 11 punti di distacco non sembra garantire la totale serenità al Napoli. Ma la vera incognita di questa ripartenza è rappresentata dalla capacità di Allegri di isolare la squadra dalla bufera che si è abbattuta. Molti dei giocatori della rosa hanno sottoscritto nel 2020 quell’accordo privato sugli stipendi che ora è una mannaia sul destino della società (ma che comporta il rischio di squalifiche anche per chi ha firmato la rinuncia). Il vero nodo di tutto è proprio rappresentato da questo trucchetto che mette in discussioni il bilancio. Le dimissioni di Andrea Agnelli e del cda sono un’ulteriore mannaia. Che vive nell’attesa anche di tre resurrezioni: quella di Pogba (ammalato per giocare, ma in pista con gli sci), quella di Vlahovic (la sua pubalgia non dà garanzie) e il declino di Bonucci che appare ormai sul viale del tramonto. Le inchieste della Procura di Torino e della Figc e le intercettazioni non lasciano indifferenti: ora bisogna capire che genere di impatto daranno sulla squadra. Fonte: Il Mattino