Montefusco ricorda Pelè: “In quella amichevole dovevo marcarlo io, e averlo di fronte metteva soggezione, era il più forte del mondo”

Enzo Montefusco, ex calciatore del Napoli, parla a Il Mattino, ricordando Pelè, all’indomani della sua scomparsa avvenuta ieri all’età di 82 anni.

«Credo di averlo incrociato almeno tre volte. Lui giocava nel Santos: nessuna gara ufficiale, solo amichevoli, di quelle che si organizzavano a fine stagione».
Una volta capitò anche al San Paolo.
«Tre a due per i brasiliani sotto una pioggia pazzesca. A me tocco l’onore e l’onere di marcarlo, anzi di provare a marcarlo: già trovarmelo di fronte metteva non poca soggezione, era il più forte del mondo».
Fece gol su azione e su rigore.
«E se non sbaglio Zoff gliene parò un secondo. Ero più alto di lui, mi saltò in testa e segnò su calcio d’angolo. In fase di elevazione persi l’equilibrio per un leggerissimo contatto, quando mi girai vidi la palla in rete e me la presi con Zurlini che giocava al centro della nostra difesa: ma che fai? Marchi me invece di Pelè? Mario mi rispose: guarda che è stato lui a spostarti con una mano».
Poi di nuovo uno contro l’altro negli Stati Uniti.
«Stadi pieni e sfide bellissime, ricordo quella che perdemmo 4-3. Per noi segnava Altafini e Pelè rispondeva, un ping-pong continuo: in tre gli stavamo addosso, vennero ad aiutarmi anche Girardo e Bianchi».
Sulla panchina azzurra c’era Sivori.
«Omar nell’intervallo di quella gara contro il Santos mi venne incontro : Enzo tu sei bravo, quando esci palla al piede prova a fare il tunnel a questi brasiliani. Io avevo Pelè che mi sfuggiva ovunque, potevo mai immaginare di fare qualche tunnel?».
Il rammarico enorme è di non avere una maglia del brasiliano.
«Impossibile a quei tempi, il magazziniere non l’avrebbe permesso. Le casacche venivano lavate dopo la partita e utilizzate per quella successiva. Solo strette di mano e foto tutti insieme a metà campo».
Però Pelè ha lasciato a Montefusco un dolce ricordo.
«Gli venne chiesto quale era stato l’avversario che l’aveva impressionato maggiormente in Europa. Disse testualmente: Montefusco, perché gioca al calcio e sa marcare senza picchiare».
Sullo stesso piano di Diego?
«Tutti e due su un livello eccelso, gli altri fuoriclasse di ieri e di oggi vengono dopo. Molto dopo».
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