I l calcio gli manca. È davvero il suo ossigeno, la sua linfa vitale. «Costruire una squadra è il momento più bello della vita per me», dice con uno sguardo innamorato e allo stesso tempo malinconico. Nello splendido scenario del Complesso San Michele, a Salerno, ieri sera Walter Sabatini ha ricevuto il premio come miglior direttore sportivo dell’anno che sta per chiudersi nell’ambito del Festival del Calcio Italiano organizzato da Donato Alfani. Ad attenderlo c’erano decine di tifosi. «Ci manca, direttore», dicono in tanti. Anzi, tutti. Accompagnato dal suo collaboratore, Pietro Bergamini, Sabatini appena esce dall’auto cerca e saluta Mara Andria, la responsabile comunicazione e marketing della Salernitana. «È sempre bella come una maiolica», sussurra. Ci sono anche il team manager granata Sasà Avallone e l’addetto stampa Gianluca Lambiase. Certi legami non s’interrompono con i contratti. Salerno ama Walter Sabatini ed anche ieri sera glielo ha dimostrato.
Sabatini, come ripartirà il campionato dopo la lunga sosta per i Mondiali? «È un’incognita per tutti, questo stop è stato scomodo».
Napoli favorito per lo scudetto? «Per il Napoli ho una simpatia particolare per l’amicizia profonda che mi lega a Spalletti».
Kvara, un colpo alla Sabatini. «Purtroppo, non l’ho fatto io».
Napoli e poi? «Attenzione alla Juve, che imprevedibilmente, e sottolineo imprevedibilmente, potrebbe rientrare. Ha ritrovato la coesione di una squadra, ha recuperato giocatori importanti. Prima sembrava un’armata brancaleone, ora darà filo da torcere a quelle che lotteranno per lo scudetto: Napoli, Milan e Inter. Fino a due mesi fa avrei inserito anche la Lazio».
I Mondiali hanno espresso giocatori interessanti? «Non direi. Mi è piaciuto il numero otto del Marocco, Ounahi».
Qui a Salerno trova sempre tanto affetto. «Abbraccerei tutti i salernitani se potessi. Salerno per me è stato il respiro. E lo è ancora oggi vedendo tutte queste persone. La vita vale di più quando c’è affetto».
Tornerebbe un giorno a lavorare qui? «Venendo in auto mi sono detto: sono andato via quando la luce dilagava. E sono rammaricato per questo. Puoi godere della luce se alle spalle hai qualcosa di importante. Ancora oggi ho un desiderio da esaudire: mangiare un pescetto fritto a piedi nudi in riva al mare. Mi è rimasto qui».
Nicola ha detto che la salvezza della scorsa stagione ha un nome e un cognome: Walter Sabatini. «Nicola ha stima e amicizia per me, ampiamente ripagata. Quando è venuto qui, scelto tra tanti candidati, dopo il primo allenamento ho detto: ci salveremo. È così è stato».
Alla ripresa ci sarà Salernitana-Milan. «Una bella partita. La Salernitana avrà subito una serie di gare difficili, non sarebbe un dramma se le perdesse. Ma ha gli strumenti per fronteggiare il Milan, con quel pungiglione lì davanti può far male a chiunque».
Cosa pensa dell’inchiesta che riguarda la Juve e non solo? «Mi sento defraudato. Mentre la Juve faceva quello che le viene contestato, io perdevo un campionato a Roma con 87 punti».
E della Roma di Mourinho che pensa? «È una squadra noiosa, gioca un calcio sparagnino, che non mi piace. Poi può vincere, perché Mourinho è un maestro nel vincere. Basta ricordare come hanno vinto contro la Salernitana l’anno scorso: quel punto a Roma sarebbe stato per noi il punto della salvezza, poi ottenuta all’ultima giornata».
Torniamo alla Salernitana. Ha più sentito il presidente Iervolino? «Ci siamo messaggiati qualche mese fa. L’ho citato in un libro che ho scritto in 14 giorni, ho citato la sua impresa della scorsa stagione. Ha salvato la Salernitana due volte: quando l’ha comprata il 31 dicembre mentre gli altri aprivano il panettone e poi sul campo, mettendomi a disposizione le risorse per rinforzarla. Con il presidente ho avuto torto, ho sbagliato. C’è stata una telefonata turbolenta nella quale si parlava della richiesta di commissioni da parte di un gruppo di agenti per Lassana Coulibaly. Ho difeso questa richiesta, ma ho sbagliato, nella forma e nella sostanza. Ho fatto un errore dialettico, sono stato arrogante. E per l’arroganza ho distrutto tutti i rapporti nel mondo. Ho distrutto, nello specifico, una cosa bellissima, che sarebbe cominciata il giorno dopo. E sarei finalmente andato al mare a mangiare quel pescetto. Lui ha agito da presidente, io ho perso la luce di Salerno. E mi scuso anche con tutti i tifosi per questo. Ribadisco: costruire squadre è la mia vita e me lo sono negato».
Un’ultima cosa: cosa pensa dell’ingaggio di Ochoa? «È un personaggio. Speriamo che sia in buone condizioni. Uno che ha fatto 5 mondiali non si discute. Non so quali saranno gli equilibri con Sepe».
Fonte: CdS