Ciccio Zambo. Come Barella protegge e garantisce equilibrio alla tessitura fine di Brozovic, Calhanoglu e Mkhitaryan, così Zambo Anguissa è la rete di salvataggio che rende sicuri i volteggi di Zielinski e Kvara e le geometrie di Lobokta. Ci sono numeri simili che li affratellano nel lavoro duro: palloni recuperati (Barella 78-Anguissa 79), contrasti vinti (Barella 10-Anguissa 11). L’interista ha più qualità offensiva (5 gol, 5 assist, 21 occasioni create) contro la stringa 2-3-12 del camerunese. Ma Zambo, in questa stagione, ha migliorato parecchio il suo apporto offensivo, come dimostrano i primi due gol segnati in Serie A, i tiri (23, Barella 13) e i tocchi in area avversaria: 41, Barella 36. Ma le sue virtù cardinali restano la potenza («Una bestia», ha sintetizzato Rudi Garcia che lo ha lanciato a Marsiglia, quando aveva 20 anni) e la capacità di dare equilibrio a una idea di gioco molto offensiva. Infatti nel torneo scorso, il Napoli ha sofferto molto le sue assenze e i 10 gol appena subiti nelle 4 amichevoli da una squadra squilibrata e indifesa sono un’invocazione al suo ritorno, dopo le 3 presenze su 3 in Qatar. Se, per par condicio, dobbiamo pescare un riferimento dal passato anche per lui, diremmo senz’altro Francesco «Ciccio» Romano che arrivò a Napoli nell’ottobre 1986 e si rivelò il meccanismo meno appariscente, ma più prezioso, quello che mancava alla macchina di Maradona per arrivare al primo scudetto. Zambo ha tutta un’altra carrozzeria rispetto all’esile Ciccio Romano, ma anche lui ha portato qualcosa che mancava. Spalletti se n’è reso conto fin dalla sua prima apparizione, abbagliante: Napoli-Juve 2-1, 11 settembre ‘21. Una folgorazione. Sicuri che Kvara sia stata la vera magia del d.s. Giuntoli? Probabilmente sì, ma Anguissa, preso a un milione dal Fulham retrocesso e riscattato a 15, non è stata una pescata molto inferiore. Zambo quest’anno ha già espugnato San Siro, giocando una gran partita contro Tonali. Il 4 gennaio ci riproverà contro Barella che ha segnato 19 gol in A, ma ancora nessuno nella porta del Napoli. Nella Partita del Destino, Nicolò contro Zambo è polpa, mica buccia. Fonte: Gazzetta