Al caso Juve guardano con interesse anche lontano dall’Italia. Il 1° dicembre la Uefa ha ufficialmente aperto un’indagine sul club bianconero, «in stretta cooperazione con le autorità italiane», come comunicato dal Cfcb (Organo di controllo finanziario dei club).
Qui l’attenzione è tutta sui bilanci e sui numeri che il 23 agosto avevano portato al settlement agreement tra le due parti. Se «la situazione finanziaria del club fosse significativamente differente da quanto valutato dalla Cfcb» in passato o «ci siano nuovi fatti sostanziali» l’accordo potrebbe saltare.
Difficile oggi ipotizzare possibili sanzioni. Se anche la Uefa certificasse l’esistenza di uno scostamento tra bilancio presentato e bilancio reale, bisognerebbe capire l’entità dello scostamento stesso. Nella nota in cui si annunciava l’investigazione sulla Juve, che si è sempre detta pronta a collaborare, si parlava comunque di precise «misure disciplinari», contenute nell’Articolo 29 del “Procedural rules governing the Uefa Club Financial Control Body”. Si va dal semplice avvertimento (warning) sino alla revoca di un trofeo. Ci sono poi multe, trattenute dei proventi derivanti da competizioni Uefa, restrizioni nell’iscrizione della lista A dei giocatori per una competizione europea, squalifica sull’anno corrente o esclusione futura dalle manifestazioni Uefa, al momento la sanzione più temuta dai tifosi. Ma come detto, per arrivare a certe soluzioni le irregolarità dovrebbero essere molto pesanti.
Va poi sottolineato che l’indagine è in corso da meno di un mese e che a Nyon non sono ancora arrivati gli atti dell’inchiesta Prisma (che tra l’altro andranno tradotti). La Uefa preferisce mantenere una certa prudenza e aspettare le mosse della giustizia ordinaria e della giustizia sportiva italiana, dunque per eventuali provvedimenti in Europa non dovrebbero esserci novità fino a giugno. Prima di allora (a marzo ci sarà il pronunciamento della Corte di giustizia europea) si saprà però di più sul fronte Superlega, questione che indirettamente potrebbe avere un suo peso a livello politico.
La Gazzetta dello Sport