Rumak, suo ex all.: “Bereszynski, sempre competitivo, veloce e con ottima lettura del gioco”

Bartosz Bereszynski, terzino destro autore di un ottimo Mondiale con la sua Polonia, è di fatto un nuovo giocatore del Napoli. In effetti manca solo l’ufficialità. Mariusz Rumak, suo allenatore ai tempi Lech Poznan, ha parlato di lui ad Europa Calcio: 
Che giocatore era Bereszynski quando lo conobbe al Lech Poznan?
Lo incontrai in realtà due volte. La prima nella giovanili – quando lavoravo nell’accademia del Lech Poznan – e assieme vincemmo due medaglie, un oro e un argento. “Bartek” era un bel talento, si distingueva anche per la sua diligenza e cultura del lavoro. Tutte qualità che ha conservato anche quando ci eravamo incontrati la seconda volta nella prima squadra del Lech Poznan. Ricordo il notevole lavoro che faceva: si preoccupava molto per i suoi compagni e spesso si sacrificava per la squadra“.
Quali erano le sue migliori doti?
Come ho detto prima, aveva una incredibile cultura del lavoro. È cresciuto facendo sacrifici e allenandosi sempre duramente, e alla fine è arrivato a questi livelli internazionali. Credo che anche la sua famiglia sia stata importante per lui: lo hanno sempre sostenuto trasmettendogli valori importanti. Lo sport è sempre stato molto presente nella sua famiglia. Suo padre Przemysław è stato un calciatore professionista – vincendo anche un campionato nazionale – e mentre oggi allena“.
Porta ancora con sé un momento particolare con Bereszynski nel periodo del Lech Poznan?
I momenti trascorsi assieme sono stati tanti. Ricordo ad esempio un viaggio per un torneo giovanile nell’ormai distrutta Kharkiv in Ucraina. Tutti i ragazzi vissero e sperimentarono un contesto diverso dal quotidiano, fu un momento molto istruttivo per tutti. Mentre a livello sportivo non dimenticherò mai la finale del campionato Under 17 vinta contro il Legia Varsavia: Bartosz e tutta la squadra fecero una prestazione sorprendente. E infatti diversi giocatori sono arrivati a livelli molto alti“.
Attualmente invece cosa apprezza di più di lui?
La sua migliore qualità è quella di rimanere sempre competitivo, anche quando la situazione non è facile. Ogni allenatore può sempre fare affidamento su di lui. Non a caso ai Mondiali è stato uno dei migliori terzini: veloce, coraggioso e tenace. Inoltre è molto abile nella lettura del gioco“.
Come valuta la sua esperienza alla Sampdoria e cosa pensa del futuro che lo attende a Napoli?
Alla Sampdoria ha fatto indubbiamente molto bene, qualche anno fa ero andato a Genova per osservare da vicino il lavoro del club. Bartek purtroppo era infortunato in quel periodo, ma avevamo avuto modo di parlare e lui era contento e si sentiva molto a suo agio a Genova. Dove è molto cresciuto e maturato come calciatore, specie dal punto di vista tattico. Sono contento di questo suo trasferimento al Napoli: un nuovo contesto equivale anche ad avere nuovi stimoli per continuare a crescere, lui poi è uno molto ambizioso. Sono convinto che il Napoli lo renderà un giocatore ancora più forte“.
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