Preferisce far parlare il pallone, si vede, ma comunque, con i giovani appare più rilassato delle altre interviste,
Khvicha Kvaratskhelia. Parla di calcio, vino e casa. «
Ma qui mi sento come in Georgia» confessa.
«Napoli è una città speciale, i napoletani vivono per il calcio e l’ho capito sin dal primo momento dopo il mio arrivo qui. Ma quando ho giocato per la prima volta allo stadio Maradona mi sono sentito per davvero un calciatore professionista» spiega il georgiano, ospite della Apple Developer Academy dell’Università Federico II, nel Polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio. Pochi minuti, ma intensi per Kvara, che ha provato ad aprirsi agli studenti come fa con i tifosi in campo.
«Alla Georgia dobbiamo la scoperta della vite? Sì, i nostri vini sono buonissimi, proprio come la nostra gente» scherza Khvicha, evidentemente padrone dell’argomento e innamorato del suo popolo. Un popolo non così lontano da quello che ha ritrovato a Napoli.
«Napoletani e georgiani mettono al primo posto tra le cose più importanti la famiglia. Ecco perché a Napoli mi sento a casa» ha detto l’azzurro. Poi, parla del gruppo Napoli.
«Senza il valore di tutta la squadra non andremo da nessuna parte. È importante sempre lavorare ad alti livelli, ogni giorno. La gente di Napoli pretende sempre tanto da noi quando andiamo in campo. Ma la ringrazio, perché ci riserva sempre tanto amore in ogni occasione».