Prima di tutto Sinisa. Il ricordo delle sfide, dell’uomo, del calciatore, dell’allenatore. E poi di certi sguardi: «Fra noi ci sono sempre stati grandi abbracci, grandi partite, grandi sguardi». Appunto. «Una volta ci ha fatto tre gol su tre calci piazzati dal limite», racconta Spalletti. Era Lazio-Sampdoria 5-2 del 13 dicembre 1998 e il signor Luciano guidava la Samp. «L’ultima volta che ci siamo incrociati a Bologna mi ha espresso la sua simpatia per questa squadra e per questa città». Cioè per il Napoli e per Napoli. In realtà una volta disse anche di tifare per lo scudetto azzurro. «Per noi sarà un grandissimo vantaggio avere il suo supporto. Magari seduto vicino a Maradona, guardando insieme le partite».
Ai microfoni di Sky: «E’ un momento tristissimo per il calcio. Sinisa è stato un avversario di quelli leali sempre: ogni volta che me lo trovavo davanti, da giocatore o da allenatore, ti dava il vantaggio di farti sapere in anticipo cosa pensasse delle persone e delle circostanze». Uno vero. «Chi ha avuto a che fare con lui ne è uscito rafforzato nel carattere. Trasmetteva le sue qualità di uomo forte e detestava le maschere. Non le ha mai indossate, soprattutto durante la malattia: ci ha insegnato a non abbassare mai lo sguardo davanti alle difficoltà». Poi, la storia del tris ai tempi della Lazio e della Samp: «La sua precisione e la sua potenza erano incredibili. Quando calciava le punizioni, io mi nascondevo dietro la panchina». Anche il Maradona, lo stadio, ha dedicato un grande applauso a Mihajlovic dopo il minuto di raccoglimento. E in Curva B, invece, è apparso uno striscione pieno di ammirazione: “Fiero e leale, addio Sinisa valoroso rivale”.
Fonte: Cds