Fino alla fine De Laurentiis proverà a convincere i colleghi della Confindustria del Pallone che così proprio non si può andare avanti. E poiché si parla di riforme oggi nell’ultima assemblea di Lega dell’anno, spera sul serio che la Lega porti avanti il progetto di ritoccare il numero delle squadre di serie A, riportandole a 18 o a 16 come negli anni 80. Il primo passo per una vera riforma del calcio italiano. «Il sistema non regge a un campionato così». Difficile dar torto al Napoli e alla visione del suo presidente: qui non si tratta semplicemente di un livello di competitività che non c’è in serie A legato ai soldi o a budget differenti tra una società e l’altra. La questione vera e propria riguarda la conoscenza – che non c’è – della qualità dei calciatori tra un club di prima fascia e quelli più piccoli, oltre al know-how di competenze che non è uguale da parte dei dirigenti e dei presidenti. E che non è facilmente colmabile. E che rende il livello della serie A più basso. Da qui l’esigenza di una riduzione di squadre. Ma la Lega di A ha alzato un muro: e lo ha fatto portando come bandiera la difesa della vendita dei diritti tv all’estero. Perché meno squadre significa meno gare. Tradotto: meno week end calcistici acquistabili. A vantaggio della Liga e della Ligue 1. La Cbs, per esempio, che ha il campionato italiano come suo prodotto di punta, rivedrebbe subito al ribasso il proprio compenso. Insomma, sarà inutile tentare di fare della Lega una specie di Premier, staccandosi dalla Figc. Il punto che porta avanti De Laurentiis è anche un altro: lo squilibrio di peso politico che c’è in consiglio federale rispetto alle altre componenti del calcio (per la A ci sono solo Casini e i consiglieri Lotito e Marotta). Ed è per questo che tra i punti da affrontare in Figc c’è anche la revisione del numero delle società di serie C (che senso ha avere 60 squadre e poi ogni volta vedere gli stadi desolatamente deserti sia che si giochi di domenica che durante la settimana?). Oggi la Lega dovrà prendere posizione sul caso Trentalange, mentre verrà proposto il challenge, vale a dire l’intervento a chiamata del Var.
Fonte: Il Mattino