Angelo Forgione, scrittore e blogger napoletano, ha parlato ai microfoni di Radio Napoli Centrale, alla trasmissione Un Calcio Alla Radio. “Premio a Luciano Moggi? Un pastrocchio che è stato opportunamente revocato, una pezza a colori che ha sommato un danno al danno. Il premio non doveva essere assegnato ad una persona radiata, la carriera di cosa? Con tutto il rispetto per la persona. Il moto popolare non poteva non essere quello, non sono stato solo io a protestare, soprattutto una persona non può essere esposta ad una cosa del genere. Patrocinio? Chi l’ha dato non sapeva chi fossero i premiati e già è grave. Nessuno sapeva si stesse per dare questo premio a Luciano Moggi. Bisognava pensare un attimo alla situazione, perché ritirandolo e mettendomi nei panni di Moggi, vessato rispetto alla situazione che vive, hai aggiunto un problema ad un altro problema, quello etico e umano. Non pretendo che il calcio si ripulisca, ma lo vorrei un po’ più pulito e che questa cosa accade in Campania non mi sta bene. Moggi con Calciopoli o terremoto Juve di Agnelli? Due situazioni diverse. Calciopoli riguardava la gestione del potere, questa è una situazione di protervia di un club che ha al vertice una persona che ha perso il controllo per mania di onnipotenza. Credo tutto derivi da una questione personale e psicologica di Andrea Agnelli con lo spasmodico desiderio di dimostrare qualcosa. Fiducia nella Procura sportiva? Ho dubbi che da questa situazione possa emergere qualcosa di chiaro. C’è da dire una cosa: non è che la magistratura sia più pulito del calcio, chi vuol capire, capisca”.