Domenica si giocherà la finalissima dei Mondiali in Qatar, ma si cominciano a tracciare i primi bilanci. Tra il campo e quello che non ha funzionato, senza dimenticare anche altri eventi come i Mondiali di nuoto in vasca corta a Melbourne. Di questo, ma anche di Sky e della sua carriera, ilnapolionline.com ha intervistato il giornalista di Sky Giovanni Bruno.
Delle varie rubriche di Sky, qual è a tuo avviso il segreto del loro successo? “Sky racconta con cui è partito tutto lo storytelling. C’è la capacità nel raccontare e narrare le storie, ma sono i grandi eventi che hanno segnato la vita sky. Dai Mondiali 2006, passando per i Giochi Olimpici, con il magnifico mosaico tutto in diretta dei 12 sport in contemporanea. Infine La Copa America con Luna Rossa, insomma il segreto è lo skytouch e i risultati sono positivi”.
Prima di entrare nella famiglia di Sky, quali sono stati i tuoi percorsi in passato? “Prima di far nascere Sky nel 2003, sono stato il direttore di Rai Sport per 4 anni con un cambio radicale nel ’98. Ad esempio come fare il Giro d’Italia e la rete Olimpica di Sidney nel 2000, solo per citare alcuni eventi. A Mediaset quando partirono le redazioni nel 1998, Telecapidistria che poi divenne Tele +, tanta gavetta e diverse testate piccoli e anche grandi. Ho collaborato con il Tg1 negli anni ’80, Tmc, tappabuchi di qualunque telecronaca ed anche capoufficio di Azzurra nella sua seconda avventura in America’s Cup. Tante esperienze, ma soprattutto molta t.v.”.
I Mondiali stanno per terminare, domenica la finalissima. Quali gli aspetti che ti sono piaciuti e quelli che non ti hanno convinto? “Sicuramente gli aspetti positivi sono state le squadre rivelazione e le varie individualità come: Messi, Modric e Mbappè su tutti. Non mi è piaciuto l’atteggiamento di scherno dell’Argentina post Olanda. A seguire gli stadi come stati costruiti in Qatar e del terribile momento politico. Insomma quello che non riguarda l’aspetto politico. L’importante è il gioco del calcio. Infine solo una volta gli inglesi si sono inginocchiati per la vicenda della lotta contro il razzismo, davvero troppo poco”.
Tu che segui il calcio da molto tempo, cosa faresti per renderlo appetibile, soprattutto in Italia? “Il calcio sta cambiando, lo fa molto spesso ed è giusto così. Si guarda avanti, indietro, dove servono storie e ricordi. Oggi ci si basa tutto sulla tecnologia e parlando di campo, la fisicità fa la differenza. In Europa ci sono stadi nuovi e sono molto belli, il tutto sarà utile per l’educazione del pubblico. Mi auguro che tutto ciò accada in Italia, ma al momento tutto ciò non si vede”.
Infine sono iniziati i Mondiali a Melbourne di nuoto in vasca corta. Come giudichi il rendimento degli azzurri negli ultimi anni? “I successi dei vari Rosolino, Fioravanti e delle donne di Federica Pellegrini hanno messo mattoni importanti per la creazione del movimento. Il resto sono una serie di successi, di record battuti e l’inizio dei mondiali in Australia sono la conferma di quanto sto dicendo”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
RIPRODUZIONE RISERVATA ®