Ieri sera l’Argentina ha battuto la Croazia nella prima semifinale dei mondiali che si stanno giocando in Qatar. La Pulga e Araña. La pulce e il ragno. L’Argentina è di nuovo sullo soglia dell’Olimpo, come nel 2014. Sogna il Mondiale che non vince da Messico nel 1986, con un intero Paese che si aggrappa alla scaramanzia (si giocava a mezzogiorno anche all’Azteca nel giugno di 36 anni fa). Messi e Alvarez prendono per mano la Seleccion: sono il gigante e il bambino, uno ha 35 anni l’altro poco più di 22 anni (Scaloni ha scelto lui e non il Cholito Simeone). Uno è un re, l’altro neppure un viceré, al massimo una riserva del più forte di tutti, ovvero Haaland, nel Manchester City. «Muchachos, ahora nos volvimos a ilusionar…», cantano come degli indemionati. Incredibile, la coppia più assurda del mondo porta l’Argentina in finale di Coppa del Mondo, regala un sogno all’intera nazione, con il Sudamerica che non trionfa in un mondiale da 20 anni, dal Brasile nella finale giapponese. E tutto questo al cospetto del Pallone d’oro 2018, Luka Modric detto Lukita che con il Real Madrid quest’anno non ha mai conosciuto il sapore amaro della sconfitta esce dal campo a 10 minuti dalla fine, tra la standing ovation. Il Mattino