A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale: “L’Italia del mainstream si è appassionata nuovamente a questo filone di pensiero del ‘mettiamola in caciara’. Non sono un giustizialista, ma una cosa ce l’ho chiara: se da questa indagine della Procura della Repubblica di Torino passata con tutta la fase d’indagine con faldoni da 10.000 pagine a Chiné ed alla Procura Federale del Calcio Italiano dovesse finire come una bolla di sapone, mettiamoci in testa che queste prassi dureranno in eterno. Se neanche dopo accuse così gravi che, attenzione, non è che se la Procura sportiva le derubrica e non le considera reati a livello sportivo finiscono là, sono campi diversi. La giustizia ordinaria e quella sportiva viaggiano con tempi e modalità differenti. Per giustizia ordinaria, Agnelli e i suoi accoliti si dovranno difendere da accuse gravissime di aggiotaggio, cioè turbativa di borsa, falso in bilancio, fatture inesistenti, tanti di quei reati che ne avranno per anni di avvocati e carte bollate per poter evitare il carcere. La giustizia sportiva che ha acquisito le prove e Chiné, procuratore sportivo cioè colui che guida l’accusa Federale, è una delle tre parti del processo. Il giudice collegiale -cioè composto da più persone- della Corte Federale emetterà una sentenza di fronte alla quale il Procuratore Chiné o la Juventus non sono soddisfatte, potranno appellarsi per arrivare alla massima espressione della giustizia sportiva, il CONI, salvo poi continuare al TAR ed al Consiglio di Stato. Questo è lo scenario e Grassani che è un grande esperto di diritto sportivo ed ha spiegato perfettamente che la Juventus ha creato un sistema, il Napoli ha fatto un’operazione one shot.”
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Fonte: Radio Napoli Centrale