Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport la bufera che si è abbattuta su Alfredo Trentalange lascerà tracce importanti.
Venerdì, dopo aver saputo delle pesantissime accuse che gli ha rivolto la Procura federale nell’atto di chiusura indagini in seguito del caso D’Onofrio, il presidente dell’Aia ha detto chiaramente: «Non ho nessuna intenzione di dimettermi». Nella stessa nota aggiungeva la richiesta «di essere sentito con estrema sollecitudine dal procuratore Chiné, non solo a mia tutela ma soprattutto nell’interesse di tutta l’Aia». Ovviamente Chiné lo ascolterà. Al momento non è stata fissata una data ma vista pure la «massima sollecitudine» invocata da Trentalange, l’audizione dovrebbe tenersi la settimana entrante.
D’Onofrio, arrestato il 10 novembre per traffico internazionale di stupefacenti, ma già condannato a 2 anni e 8 mesi per detenzione di 44 chili di droga, quindi prima della sua nomina a capo della Procura arbitrale avvenuta nel marzo 2021. Per la Figc, che già la scorsa estate aveva assistito all’apertura di un’indagine su D’Onofrio da parte di Chiné legata alla denuncia dell’ex assistente Avalos, si tratta di accuse troppo pesanti.
Per questo il presidente Gabriele Gravina ha immediatamente convocato per il 19 dicembre un Consiglio federale con un punto all’ordine del giorno espressamente dedicato alla «situazione Aia: provvedimenti conseguenti». Senza le dimissioni di Trentalange che in tanti, a partire dal ministro dello Sport Abodi, auspicavano, tocca alla Federazione intervenire per restituire al calcio e agli arbitri la massima credibilità.