Inacio Pià: “Spalletti è uno stratega, ti cambia la mentalità; con la maglia del Napoli mi sentivo il calciatore più forte del mondo”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Inacio Pià, ex calciatore del Napoli. Di seguito, un estratto:
Giudizio su Raspadori e sulla nuova posizione in campo ieri con l’Antalyaspor? “Il calciatore di qualità si adatta a qualsiasi ruolo, poiché riesce a trovare anche autonomamente la propria collocazione in campo. Spalletti è uno stratega, cambia mentalità ai suoi calciatori. Ha sicuramente l’idea di schierare Jack in quel ruolo durante la seconda parte di stagione. Raspadori ha tante qualità, è un ottimo calciatore”. Qual è il gol a cui sei più legato con il Napoli? “Tutte le reti con la maglia azzurra mi hanno lasciato qualcosa di speciale. Ricordo volentieri quella siglata durante Napoli-Torino, partita d’altronde persa in casa. La costruzione di gioco che ha portato al gol è stata incredibile, per la manovra applicata è stato il più bello. Come anche quello di Treviso”. Sentore in passato del futuro successo del club? “Noi calciatori abbiamo accettato una sfida ardua in una piazza fantastica. Mi sentivo il calciatore piu forte al mondo con quella maglia, la tifoseria è magica, è difficile trovare tanto affetto in altre squadre. A De Laurentiis va fatto un riconoscimento importante, è stato decisivo sin da subito. Quest’anno il Napoli ha tutto per vincere, è stata allestita una rosa molto forte. E quando a Napoli le strade della società e della tifoseria si incontrano, diventa difficile battere questa squadra”. L’amore della piazza può essere un quid in più? “È un tasto rilevante. Dove c’è tanta passione, si incrementa tanto anche la delusione quando non si vince. È una piazza che ama tanto, ma pretende tanto. È una piazza esigente, vissuta da tanti calciatori straordinari, come anche Diego Maradona. Non è facile vivere a Napoli e gestire questa viscerale passione, ma tale situazione può anche giovare al calciatore stesso, per motivarlo a fare sempre di più. C’è, tuttavia, il doppio aspetto della medaglia, la responsabilità e la pressione aumentano ed è difficile gestire così una situazione simile”.
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