Juventus, la procura si concentra sul cosiddetto “filone stipendi”

Ogni giorno continuano a uscire intercettazioni e ogni giorno cresce la preoccupazione dei tifosi bianconeri su quello che potrà essere l’esito dell’inchiesta sportiva. La Procura federale è costantemente al lavoro e, come noto, ha già compiuto i primi passi ufficiali. Dopo aver ricevuto gli atti dell’inchiesta Prisma dalla Procura di Torino e averli analizzati con la massima attenzione, il procuratore capo Giuseppe Chiné ha aperto un fascicolo sul cosiddetto “filone stipendi”, la manovra “correttiva” sulle rinunce dei calciatori a una parte dei compensi durante l’emergenza Covid, che per i pm di Torino fu in gran parte fittizia e in grado di produrre una distorsione di bilancio che sarebbe andato a pesare sulle stagioni 2019-20 e 2020-21. Chiné sta raccogliendo tutti gli elementi necessari per avere il quando più completo possibile. Del resto l’affare è delicato e ci si vuole muovere con prudenza. I tempi non saranno brevi, è più che probabile che la fase istruttoria non si concluda prima della fine di gennaio. A quel punto dovrebbero arrivare gli eventuali deferimenti. La possibile violazione in questo caso fa riferimento in modo particolare al comma 4 dell’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva che regola i contratti stipulati dai club: la sanzione prevista è di «uno o più punti di penalizzazione». Appare chiaro, leggendo i diversi stralci di intercettazioni pubblicati finora (Chiellini e non solo), che sia questa la questione più delicata in questo momento, il fronte che più preoccupa la dirigenza bianconera. Gli elementi sono tanti, ma Chiné, come detto, vuole arrivare all’eventuale processo con tutte le carte in regola per affrontarlo al meglio.
Le plusvalenze Diversa la situazione per il caso plusvalenze. A differenza del fronte stipendi, qui la giustizia sportiva si era già mossa, lo aveva fatto prima ancora di venire a conoscenza dell’indagine della Procura torinese. Si era arrivati al secondo grado di giudizio, quando – e siamo al 17 maggio scorso – la Corte federale d’Appello aveva respinto il ricorso della Procura Figc, confermando l’assoluzione (anche) della Juve. Al momento appare molto difficile che Chiné voglia richiedere la revocazione di quella sentenza. Per farlo dovrebbe infatti avere in mano la prova schiacciante del dolo nell’alterazione delle valutazioni di determinati giocatori. E poi, ormai è piuttosto chiaro, il “filone stipendi” potrebbe essere già di suo compromettente. La Gazzetta dello Sport
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