La crescita del calcio femminile, con il passaggio al professionismo, sono elementi davvero importanti. L’approdo delle squadre maschili sono un valore aggiunto per l’intero movimento, tutto in attesa anche dei Mondiali in Australia-Nuova Zelanda dell’anno prossimo. Ilnapolionline.com ha intervistato, ieri mattina, nel corso del convegno “Calcio e Welfare”, il Presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani.
Le volevo chiedere un primo bilancio sul passaggio al professionismo del calcio femminile.
“Da Luglio abbiamo avviato un nuovo percorso con il passaggio al professionismo. Da questo punto di vista siamo soddisfatti, perché il campionato è iniziato senza nessun intoppo legato al cambio di status . La Supercoppa italiana che si è svolta lo scorso 5 novembre a Parma ha avuto un’ottima visibilità a livello di spettatori e di ascolti.
Senza dimenticare che ci sono ben due squadre nella UEFA Women’s Champions League. La Juventus e l’A.S. Roma si stanno facendo valere in campo europeo, con ottimi risultati e prestazioni convincenti”.
Tra meno di un anno l’Italia della c.t. Milena Bertolini giocherà il Mondiale in Australia-Nuova Zelanda. Aspettative sulla compagine azzurra? “Facendo un passo indietro sui recenti Europei, ci sta che i
risultati non sempre vadano come noi possiamo sperare. Ovviamente non mi permetto di dare un giudizio sul piano tecnico, ma posso dire che si sta lavorando per poter arrivare al meglio al Mondiale. Nel 2019 i risultati
sono stati molto positivi e ci auguriamo che anche in Australia e Nuova Zelanda si possano ripetere quelle prestazioni. Dopo si tireranno le somme, c’è fiducia, perciò non ci resta che attendere”.
Suo padre Paolo Mantovani, fosse ancora qui, cosa penserebbe del passaggio al professionismo nel calcio femminile? “Come lei ben sa, la nostra famiglia ha vissuto, e tutt’ora è così, di calcio, dalla mattina alla sera. Mio padre, come ho raccontato in conferenza stampa, iniziò a scoprire il mondo del calcio femminile grazie a un gruppo di bambine che gli chiedeva l’opportunità di poter giocare a calcio nel lontano 1986. Credo che oggi sarebbe contento di vedere la Sampdoria femminile in Serie A, perché ha sempre creduto nei valori universali dello sport, nell’educazione e nella parità di genere”.
L’arrivo sulle panchine, tra Serie A e Serie B femminile, di allenatori maschi, ex calciatori e competenti al tempo stesso, quanto ha migliorato l’intero movimento? “Ad oggi non sono molte le allenatrici ad avere i requisiti formativi per poter allenare nelle competizioni di vertice. Come lei ha detto ci sono diversi tecnici uomini che hanno portato la loro competenza e la giusta esperienza al movimento. Siamo consapevoli che dobbiamo dare l’opportunità anche alle donne di accedere ai corsi per allenatori, ma dovremo aspettare i tempi fisiologici per avere un’ampia possibilità di scelta”.
Infine le vorrei chiedere del Napoli. La squadra azzurra può riportare ai fasti degli anni ’80 e ’90 i duelli contro le squadre di Milano e la Sampdoria di suo padre? “Il Napoli è uno spettacolo per gli occhi di chi
ama questo sport. Fino ad ora sta meritando gli elogi, anche in campo internazionale, e il primo posto in classifica. Mi auguro che i tifosi vivano appieno questo momento, stando vicino alla squadra come solo loro sanno
fare”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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