Alessandro Giudice, analista economico Corriere dello Sport, ha parlato a Radio Napoli Centrale, alla trasmissione Un Calcio Alla Radio. “Nei giorni scorsi nulla lasciava presagire queste improvvise dimissioni, è evidente sia accaduto qualcosa ieri. Si sono diffusi due filoni di pensiero: da un lato una strategia di fare un passo indietro perché Exor dall’alto l’abbia ordinato; dall’altro -ed è il filone di pensiero che sposo io- che ad un certo punto c’è stata una frattura all’interno del CDA tra i consiglieri indipendenti, che garantiscono una certa trasparenza, e quelli esecutivi. Ieri sera la Juventus ha diffuso tre comunicati e nel terzo si ripercorrono come sono andate le cose con la Consob che accusa di aver fatto male i bilanci, ma la Juventus ammette di aver operato sempre con correttezza e che le valutazioni sono in linea con tutte le altre società, cosa non vera. La linea difensiva era guidata dai consiglieri Arrivabene, Nedved e Agnelli, ma sono arrivati gli avvisi di garanzia ed il nuovo revisore, Deloit, è stato il vero punto di svolta. I rilievi della Consob erano fondati secondo Deloit. I consiglieri indipendenti sostengono di aver fatto un’ammissione di colpa e di non voler avallare questa linea, perciò c’è stata questa frattura e lo si capisce dal comunicato, anche da quello di Andrea Agnelli che parla di compattezza venuta meno. Tant’è vero che nell’ultima pagina del comunicato si legge delle dimissioni di uno dei consiglieri indipendenti cui, sostanzialmente, erano stati nascosti dei documenti. C’è sicuramente stato un grosso dibattito, ma ad un certo punto si è dimesso tutto il CDA. A mio avviso, nulla era programmato, ma si è innescata una dinamica con la compattezza che è venuta a mancare. Prospettive future? Exor ha preso in mano la situazione. Ferrero, da quanto leggo, dovrebbe essere designato come presidente di garanzia, nel senso che serve una figura esperta di diritto societario perché c’è da mettere ordine. È un commercialista importante, da sempre molto vicino al mondo Exor. Scanavino è stato nominato come direttore generale, ma perché al momento non è possibile nominare un amministratore delegato. La figura di Arrivabene è decisamente alleggerita, andrà in continuità, ma non farà grandi cose strategiche. La Juventus è alla fine di un ciclo, ripartendo con un nuovo piano industriale, mi aspetto un totale cambio di strategia, archiviando il modello di business che fin qui ha prodotto questi risultati. Dovendo scommettere, lo farei immaginando ad un progetto molto più vicino a quello di Milan e Napoli. Non credo la Juventus continuerà a fare operazioni alla Ronaldo, Higuain, Pogba, credo ci sarà un gruppo dirigente che vorrà mettere in carreggiata la società sulla base delle entrate che ci sono. Non è un’operazione indolore perché, ad oggi, la rosa della Juventus ha dei costi. Penalizzazione possibile? Rispondo alla domanda con una domanda: qualcuno in FIGC ha interesse che accada un terremoto nel calcio italiano tale per cui una società come la Juventus venga penalizzata? Io neppure farei finire tutto a tarallucci e vino, ma la giustizia sportiva che ha una sua sovranità dovrebbe dichiararsi in grado con quelle carte di emettere un giudizio, ma trovo difficile immaginare accada. Siamo in un terreno inesplorato”.